Cè ancora spirito agonistico nella squadra di Alberto Bombassei, il candidato alla presidenza della Confindustria sconfitto di un soffio. La realtà viene letta realisticamente: «Cè una maggioranza debole e una minoranza forte», e resta sottinteso che così non si può andare avanti. Un elettore di Bombassei fa notare una sottigliezza: «La Condindustria è unassociazione, non una spa. Ci si misura sulle persone, non sulle quote azionarie. Qui cè quasi la metà dei membri che voleva un altro presidente».
Che lunità dellorganizzazione industriale sia il problema più sentito trova riscontro in un fatto oggettivo: molte delle dichiarazioni raccolte ieri e rilanciate dalle agenzie fanno appello proprio alla coesione, alla compattezza, alla necessità di evitare qualunque spaccatura. Dalluscente Emma Marcegaglia allad dell'Enel, Fulvio Conti; dallex presidente della Confindustria e presidente di Bnl, Luigi Abete, ad Alessandro Benetton; da un altro ex, Luca di Montezemolo, al presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri: tutti, con sfumature diverse, hanno sottolineato la necessità che ora lazione della Confindustria sia intonata allarmonia. Squinzi «ha oggi il compito di tenere unita lassociazione» e «di ascoltare le istanze di cambiamento», ha detto lo stesso Bombassei, il quale per statuto non potrà più essere vicepresidente.
Una data è a questo punto cruciale: il 19 aprile la giunta, la stessa che ha votato ieri, si riunirà nuovamente per esprimersi sul programma e sulla squadra del presidente designato. A quellappuntamento Squinzi arriverà sulla base degli 82 voti contrari di ieri e proprio lì si misurerà la sua capacità di creare coesione. Per conquistarli, e far sua lintera platea, dovrà presentare un piano condivisibile e una squadra di primordine, al di là di tutte le promesse distribuite in questo periodo. È certo che nelle prossime settimane il presidente designato dovrà provare a rivedere qualcosa dei punti del programma sui quali si è creata la divisione, a cominciare dai temi del lavoro e del rinnovamento della confederazione, oggi articolata in 270 associazioni territoriali e di scopo e popolata di 5mila dipendenti. Poi cè il tema Fiat.
Con gli uomini di Bombassei ci sarà dunque da trattare su questi temi. E, perché no, anche su alcune poltrone che, in questi casi, possono diventare preziosa merce di scambio sulla strada di un consenso maggiore.
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