Sarà anche vero che i conti della Sanità stanno migliorando, come dice il ministro della Salute, ma è evidente che avviene causa travaso dai conti familiari degli italiani. Sempre più rassegnati a preferire le scorciatoie per curarsi. Così aprono spesso e volentieri il portafogli per pagarsi visite specialistiche ed esami del sangue. Battono perfino gli inglesi che notoriamente virano sul privato perché hanno sanità pubblica non invidiabile.
Ma una statistica conferma questa inversione di tendenza. In un recente studio sono state messe a confronto le preferenze di italiani e britannici ed è emerso che l'80% dei nostri connazionali ha pagato di tasca propria almeno una volta nel corso della vita un esame o una visita specialistica (escluso quelle dentistiche dove il medico privato è ormai una prassi). Un 45%, cioè quasi la metà degli intervistati, ha affermato di aver snobbato almeno 5 volte le prestazioni sanitarie che avrebbero potuto ottenere a minor costo o gratuitamente. Inoltre, 6 italiani su 10 hanno dichiarato di aver virato sul settore privato negli ultimi 2 anni. Nel Regno Unito, invece, solo 2 inglesi su 10 hanno pagato le visite mediche almeno una volta, solo 4 su 10 ne ha pagate più di 5 volte e solo 1 su 10 negli ultimi 2 anni.
Queste cifre non devono però far credere che gli italiani abbiano le mani bucate. Al contrario, i soldi li spendono per evitare tempi di attesa biblici, per ottenere qualità dei servizi e anche per risparmiare. Per esempio, quando ti pieghi in due dal dolore, come puoi aspettare una gastroscopia per 300 giorni come accade a Bari? O 7 mesi per un'ecografia all'addome come succede a Torino? E oltre l'attesa, c'è anche la batosta dei contributi da pagare, ormai così alti, che si spende meno senza passare dalla mutua. Il superticket, introdotto della manovra finanziaria dello scorso agosto, prevede 30 euro di pagamento per esame oculistico o ortopedico; oppure 52 euro per un'ecografia. Richieste assurde quando nel privato, l'ecografia non costa oltre i 60 euro.
E anche meno. Ci sono centri specializzati che ormai propongono visite specialistiche a 50 euro oppure esami del sangue a prezzi analoghi o addirittura più bassi di quelli delle Asl. E il paziente non si sente frustrato dalle code: qui i tempi di attesa per una prenotazione non supera la settimana. Il Centro medico Ambrosiano è una realtà che rispecchia il nuovo corso. E fa di più.
Abbatte i costi a chi ha pochi soldi e presenta il certificato Ise o la dichiarazione dei redditi. E così la visita specialistica cala fino a 35 euro per chi dichiara meno di 23 mila euro all'anno. Ulteriore riduzione ai lavoratori che presentano la tessera Cisl, grazie a una convenzione stipulata con il sindacato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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