Napolitano: "Coste straniere da presidiare"

Il Capo dello Stato è per l'accoglienza ma...

Napolitano: "Coste straniere da presidiare"

Roma - É il giorno della strage del mare e la politica si ferma all'apice del dibattito. Silvio Berlusconi sospende la riunione dei gruppi parlamentari del Pdl, il premier Letta rinvia il consiglio dei ministri, il vicepremier e ministro dell'Interno Angelino Alfano vola a Lampedusa per rendere omaggio alle vittime. É lutto nazionale, la proclamazione arriva nel tardo pomeriggio da palazzo Chigi. Il Consiglio dei ministri ha anche deciso che nelle scuole «di ogni ordine e grado» oggi sarà osservato un minuto di silenzio. Da Roma partono oltre novanta bare per dare «degna sepoltura» agli immigrati morti nel naufragio. Nel dolore imperversano le polemiche già note, anche se su un punto ormai c'è l'accordo di tutti, da Napolitano in giù: l'Europa deve agire, una tragedia del genere chiama in causa le grandi responsabilità di Bruxelles. Proprio da Napolitano arriva una proposta inedita per un uomo di sinistra, che piace moltissimo alla Lega: «È indispensabile stroncare il traffico criminale di esseri umani in cooperazione con i paesi di provenienza dei flussi di emigranti e richiedenti asilo. Sono pertanto indispensabili presidi adeguati lungo le coste da cui partono questi viaggi di disperazione e di morte». L'idea che lancia Napolitano è quella di arginare le partenze all'origine. É Maroni a chiamarli con il loro nome: «respingimenti in mare». «Giusto - scrive su Twitter - É ciò che facevo io da ministro: respingere i barconi e salvare vite».

A questo punto, ha proseguito Napolitano, scatta «la necessità assoluta di decisioni e azioni» in primo luogo «dall'Ue». Non è più accettabile «che vengano negati a un'istituzione valida - il Frontex - mezzi adeguati per intervenire». E a Radio Vaticana: «Vergogna e orrore. Vanno fatte verifiche a norme di legge che fanno ostacolo ad una politica dell'accoglienza, degna del nostro Paese». Un appello forte è lanciato anche da Alfano: «Questa è la frontiera d'Europa, queste persone hanno sognato libertà, democrazia e benessere. E l'Europa deve reagire con forza». Il commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hahn prova a fare autocritica: «Le istituzioni Ue esprimono la loro tristezza per quanto avvenuto. L'Ue deve vedere cosa fare per aiutare l'Italia», dice. Si spera non siano solo belle parole.

Accanto alle responsabilità dell'Europa, attaccano alcuni esponenti della Lega, c'è però la «responsabilità morale di Boldrini e Kyenge». L'accusa alla presidente della Camera e al ministro si leva dall'europarlamentare Mario Borghezio e da Gianluca Pini, vicepresidente del gruppo a Montecitorio. «Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza - dichiara Pini - si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra». «Governo Letta-Boldrini-Kyenge, basta ipocrisie», si associa un altro alto dirigente, il vicesegretario della Lega Matteo Salvini. Anche Umberto Bossi si infila nel dibattito: «Sbagliano tutti coloro che mandano messaggi che attirano la gente, non solo Kyenge-Boldrini, è un problema della sinistra». Nessun commento da Maroni. Da ieri è stato segnato «un punto di non ritorno - reagisce Kyenge - rispetto a questa forza politica (la Lega, ndr). Se uno vuole prendere il palcoscenico, non è questo il momento per farlo». Gli attacchi a lei e Boldrini sono «offensivi per tutti i cittadini italiani e per gli abitanti del nostro Paese».

Pini controreplica: «Razzismo e crudeltà è far credere a persone disperate che per trovare benessere sia sufficiente imbarcarsi su una carretta, magari gestita dalla mafia». Oggi tutti gli edifici pubblici terranno le bandiere a mezz'asta e saranno sospese tutte le pubbliche manifestazioni.

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