Da una parte ci sono leader politici, movimenti, associazioni e poteri forti che brigano perché, senza passare dalle urne, Mario Monti prolunghi la sua permanenza a Palazzo Chigi. D'altra, invece, ci sono i partiti che chiedono al Professore di fare una scelta di campo decidendo se vuole candidarsi e, nel caso, di farlo apertamente svelando le proprie carte agli italiani. Dal canto suo, il premier tentenna, nicchia, fa due passi avanti e uno indietro, dice e non dice, apre e poi smentisce. E il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si affretta a soccorrerlo difendendolo da chi cerca di tirarlo per la giacchetta: "Un senatore a vita non si può candidare al parlamento perchè già parlamentare. Non può essere il candidato di alcun partito".
Ci sarà il bis oppure no? Il piano sembra semplice: rimandare a dopo le elezioni la decisione. Mentre i centristi (dall'Udc ai finiani, da Rutelli al neonato movimento guidato da Luca Cordero di Montezemolo) hanno detto apertamente che vogliono che Monti resti al timone del governo, altri lavorano - sotto banco - perché questo progetto possa avverarsi. Anche dall'estero c'è un pressing molto forte perché il Professore possa rimanere a Palazzo Chigi per un'altra legislatura. Tutti, però, non hanno la benché minima idea di presentarsi davanti agli elettori. Con buona probabilità, Monti non si caniderà alle politiche del 2013 e punterà sull'ingovernabilità per aggregare più partiti e avere quella maggioranza che gli garantisca di rimanere alla presidenza del Consiglio. Un'ipotesi che non piace affatto al Pdl. "Per noi non è possibile un Monti bis - ha detto chiaramente il segretario Angelino Alfano - perché non è possibile la collaborazione con Bersani. Abbiamo dubbi sulle scelte del governo tecnico, ma abbiamo stima per Monti''. In una recente intervista, l'ex Guardasigilli ha, infatti, fatto notare che non si può governare il Paese "senza il permesso degli elettori: se Monti vuole governare annunci la propria candidatura".
Tuttavia, il disegno orchestrato da Napolitano sembra ben diverso. Partendo dal fatto che un senatore a vita non può candidarsi per il semplice motivo che è già un parlamentare, il capo dello Stato ha tratteggiato la possibile strategia per arrivare al bis senza passare dalle elezioni: "Monti è un senatore a vita e, pertanto, ha uno studio a palazzo Giustiniani dove potrà ricevere chiunque, dopo le elezioni, vorrà chiedergli un parere, un contributo o un impegno". Da qui l'inutilità della lista a sostegno di Monti premier. Dipenderà tutto dal peso che avrà questo ipotetico gruppo in parlamento. "Dopo le elezioni il mio successore farà le consultazioni per dare l’incarico di formare il governo - ha concluso Napolitano - quella è la sede in cui ogni partito potrà fare la sua proposta e preferenza". In serata, poi, il Quirinale si è sentito in dovere di correggere il tiro del discorso fatto da Napolitano alle forze politiche spiegando che il capo dello Stato non ha sponsorizzato alcuna soluzione di governo per il dopo elezioni.
Le parole del capo dello Stato hanno raccolto il consenso del segretario del Pd.
"Mi sono piaciute, sono state chiare: penso certamente tocchi alla politica dare una maggioranza stabile, coesa a questo Paese e credo che Monti possa essere ancora molto utile a questo Paese", ha spiegato Bersani al Tg3, aggiungendo che "toccasse a me, il giorno dopo andrei a parlare con Monti per capire dal suo punto di vista quale possa essere il suo contributo al Paese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.