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Nel mirino dei grillini finiscono anche i cappellani militari

Il senatore Battista (M5S) chiede al ministro della Difesa di tagliare gli assegni ai cappellani militari

Il senatore Lorenzo Battista (M5S)
Il senatore Lorenzo Battista (M5S)

Nel mirino del grillino Lorenzo Battista, segretario della commissione Difesa, finiscono anche i cappellani militari. In un'interrogazione al ministro Mario Mauro gli chiede "se non ritenga opportuno porre iniziative legislative al fine di rendere meno gravoso sul bilancio dello Stato italiano il servizio dell’assistenza spirituale delle Forze armate".

E il senatore M5S cita anche il Duce: "Era ed è ancora noto all’opinione pubblica che Benito Mussolini non era molto felice quando firmò il Concordato del 1929, considerata l’avversione che aveva nei riguardi della Chiesa fino a quel momento". Il Concordato che - ricorda Battista - aveva, per la parte vaticana, la firma del cardinale Gasparri, disciplinava, tra le altre disposizioni, la funzione del cappellano militare, una funzione che ben 81 anni dopo, precisamente nel 2010 con il decreto legislativo 66, veniva equiparata, da subito, ad alto grado militare. Cosicché quando un cappellano va in pensione si porta via la stessa cifra di militare di alto rango e la può percepire già a 62 anni".

Nella sua interrogazione Battista spiega che la spesa per gli stipendi dei cappellani militari allo Stato italiano "costa circa 17 milioni di euro, oltre a vari benefit; viene dunque naturale chiedere se in un momento di grave crisi economica che il nostro Paese sta attraversando non sia necessario attuare risparmi nelle Forze armate, anche relativamente alla figura dei cappellani militari che hanno una pensione media annua che si aggirerebbe sui 43 mila euro lordi annui".

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