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Nella Lega volano gli stracci: braccio di ferro tra Bossi e Maroni

Maroni fermo nel tenere il timone della Lega. Ma Bossi snobba l'espulsione: "Sono superiore a queste beghe"

Nella Lega volano gli stracci: braccio di ferro tra Bossi e Maroni

La Lega Nord è sull'orlo di una crisi di nervi. Il braccio di ferro tra l'ex Capo Umberto Bossi e il nuovo segretario lumbard Roberto Maroni continua sfibrando il partito. "Io sono il segretario federale, c’è una linea politica. Chi non è d’accordo si può accomodare fuori, il mondo è grande", ha spiegato il governatore della Lombardia ribadendo la sintesi emersa dall’assemblea degli eletti del Carroccio di domenica scorsa. In molti nel Carroccio vorrebbero, infatti, cacciare il Senatùr. "Io sono superiore a queste beghe", ha assicurato Bossi arrivando a Montecitorio e aggiungendo che l’espulsione non lo preoccupa.

"Il dibattito ci sta, poi le decisioni le ho prese io come segretario federale e sono quelle che ho esposto: le altre sono proposte ma non sono le decisioni che io ho preso". A margine di un incontro in Regione Lombardia, a Maroni è stato chiesto se nella Lega sia in corso un "processo" al Senatùr dopo le polemiche delle ultime settimane e la sua assenza all’assemblea degli eletti di domenica, in cui alcuni dirigenti di primo piano del movimento ne avrebbero chiesto l’espulsione. Il governatore si è limitato a rispondere che la questione è un contorno: "A me piace il piatto forte, quello dei contenuti". Il leader del Carroccio ha ricordato quanto già detto domenica all’assemblea. E cioè di essere "stufo di queste menate interne, di queste interviste gli uni contro gli altri: mi è stato chiesto da tutti di fare il segretario in modo anche più cattivo di quanto fatto finora". Certo Maroni ha fatto sapere che sta raccogliendo le "giustificazioni" di chi non ha partecipato all'assemblea. A chi gli chiedeva se però, pur non avendola decisa, sia tecnicamente possibile l’espulsione di Bossi, Maroni ha replicato seccamente: "Non mi interessa, la questione oggi non è quella". Stessa risposta infine anche a chi gli chiedeva se tema riunioni di bossiani ribelli: "Non me ne frega niente".

La richiesta di espulsione non sebra affatto preoccupare Bossi. Non si sente nemmeno come il padre che viene ucciso dal proprio figlio. Ai giornalisti che davanti a Montecitorio glielo domandano, ha replicato in modo seccato: "Per fortuna noi due non siamo padre e figlio...". Quindi, la stoccata finale: "Chi espelle ha paura, non è forte. Io non amo chi espelle, porta il suo Movimento alla rottura.

Questo vale per tutti".

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