RomaL'argomento, in effetti, c'entra davvero poco con il femminicidio, i diritti delle donne e lo stalking. Che c'azzecca, direbbe Di Pietro se frequentasse ancora i palazzi della politica, un articolo sulle Province in una legge di «contrasto alla violenza di genere?». Beppe Grillo va all'attacco. Ma in modo confuso, reagisce il Pd. Critica non tanto la legge, ma un emendamento che in realtà non vuole vanificare la soppressione delle Province. In più contraddice i suoi deputati, che non hanno votato contro il suddetto emendamento, ma si sono astenuti.
La polemica è partita con un post sul blog del comico a firma del deputato Max Bugani: «E fu così che nel decreto sul femminicidio i furbacchioni di Pd e Pdl inserirono l'emendamento che annulla la riforma delle Province - la critica a cinque stelle -. Anni a riempirsi la bocca di paroloni sulla riduzione dei costi e sulla abolizione delle province e poi, come sempre, la dura realtà: fanno tutto il contrario di quello che dicono».
È vero che l'argomento Province compare, non esattamente a proposito, nel testo di legge sul femminidicio. All'interno del ddl sulle donne sono state infilate nuove disposizioni per vigili del fuoco e protezione civile e, appunto, la questione Province. In pratica si propone di posticipare il commissariamento degli enti locali fino al giugno del 2014. Il commissariamento era stato previsto dal decreto Monti, e riguardava i consigli provinciali in scadenza nel 2012. La proroga, già effettuata per il 2013, garantisce che non si vada a nuove elezioni in attesa del disegno di legge di riforma delle Province che sta mettendo a punto il ministro Graziano Delrio. L'articolo 12 della legge sul femminicidio vorrebbe fare chiarezza dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha decretato l'illegittimità di una parte del decreto sulle Province (il Salva Italia di Monti): secondo la Consulta, una simile riforma, che prevede l'abolizione dei consigli provinciali, non può essere disposta per decreto, ma deve seguire le vie parlamentari. L'emendamento criticato dal blog di Grillo riporta invece la scadenza dei commissariamenti al 31 dicembre del 2013. Una mossa, secondo i detrattori, che apre la strada a nuove elezioni provinciali, e dunque allontana a dismisura i tempi dei tagli delle Province.
Dopo l'attacco di Grillo, l'autore del tanto criticato emendamento, Gianclaudio Bressa del Pd, è andato su tutte le furie e ha chiarito: prima di tutto «il blog di Beppe Grillo smentisce i deputati del M5S, i quali in commissione si sono astenuti sull'emendamento, la sua fondatezza». Non lo hanno quindi considerato un pericolo per la democrazia, altrimenti avrebbero dato voto negativo. L'emendamento poi ha tutt'altro scopo, spiega, ossia quello «di evitare che la Corte Costituzionale possa intervenire e annullare il provvedimento (la legge sul femminicidio ndr.) com'è già accaduto con il Salva Italia del governo Monti».
E a chi teme che il ddl Delrio sulle Province non approdi in aula prima dell'anno prossimo, Bressa risponde che «sul ddl il governo ha posto l'urgenza e questo significa che entro la metà di novembre sarà al voto dell'aula».
La buona fede, rivendica Bressa, è stata compresa dai deputati del M5s con la loro astensione: «Le chiacchiere, dunque, le fa Bugano e il distintivo del disinformato e del dilettante se lo appiccica lui».
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