Nordio: "Nessun bavaglio alla stampa, ma le intercettazioni siano segrete"

Il ministro della Giustizia ammonisce l'Anm: "È autoreferenziale, parla bene di se stessa e non si rende conto che il suo prestigio è crollato". E sulla riforma del Csm assicura: "È la vera rivoluzione"

Nordio: "Nessun bavaglio alla stampa, ma le intercettazioni siano segrete"
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La lezione sulle intercettazioni, la sferzata all'Associazione nazionale magistrati, la necessità della riforma del Consiglio superiore della magistratura, le novità sull'avviso di garanzia. Sono questi i quattro pilastri principali dell'intervento di Carlo Nordio, che ieri sera ha partecipato alla cena di Forum in Masseria organizzato da Bruno Vespa a Manduria. Il ministro della Giustizia ha ribadito le priorità del governo, smentendo l'accusa di voler silenziare i giornalisti e rilanciando la volontà di applicare i principi garantisti previsti dalla Costituzione italiana.

La lezione sulle intercettazioni

Da tempo l'opposizione di sinistra punta il dito verso l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni per un presunto progetto che avrebbe l'obiettivo di mettere il bavaglio alla stampa. Una tesi respinta al mittente dal ministro della Giustizia: "Noi non vogliamo imbavagliare i giornalisti". Il Guardasigilli ha invece sottolineato l'importanza di attuare il principio dell'articolo 15 della Carta, secondo cui la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.

"Il voto è libero perché è segreto. Se non fosse segreto non sarebbe libero. Quindi segretezza e libertà sono due facce della stessa medaglia", ha affermato Nordio. Ovviamente esistono dei particolari casi previsti dalla legge ma, ha fatto notare, si tratta di un'eccezione e non di una regola. Eppure oggi è diventata una costante. Ecco perché è prioritario garantire l'uso previsto dalla legge e dalla Costituzione: "Devono essere strumenti di ricerca della prova e devono restare segrete".

La sferzata all'Anm

Il ministro della Giustizia si è poi soffermato sul tema delle correnti, a cui ci si iscrive non solo per ragioni ideali anche per motivi di convenienza. A tal proposito ha denunciato la logica delle cosiddette nomine a pacchetto: "Una volta che tu sei iscritto alla corrente eleggi il tuo candidato al Csm che poi ricambierà il favore. Questa è la brutale realtà".

Il Guardasigilli non ha rinunciato a riservare una frecciatina all'indirizzo dell'Associazione nazionale magistrati, che da tempo è salita sulle barricate per il cantiere della riforma che viene vista come elemento di forte preoccupazione nonostante più volte sia stato assicurato che l'indipendenza delle toghe è un principio sacro e non negoziabile. Nordio ha accusato l'Anm di continuare "a essere autoreferenziale, a parlare bene di se stessa" senza rendersi conto che il suo prestigio "è crollato". Ha citato l'esempio dell'85% del consenso nell'opinione pubblica che si poteva vantare quando era entrato in magistratura e indagava sulle Brigate Rosse. "Poi è arretrato al 30%, perché la gente non si fida più", ha annotato.

La riforma del Csm

Il Guardasigilli è tornato ad assicurare che la seperazione delle carriere è imprescindibile, anche perché è presente nel programma del centrodestra e dunque il mandato elettorale va rispettato. Allo stesso tempo ha invitato a porre l'attenzione su ciò che dal suo punto di vista "è veramente rivoluzionario", ovvero la riforma del Consiglio superiore della magistratura: "La vera riforma è quella che riguarda il Csm".

"Diciamo che nella struttura istituzionale, il Parlamento italiano sta ai partiti come il Consiglio superiore della magistratura sta alle correnti; cioè le correnti sono i partiti all'interno dell'Associazione nazionale magistrati. E hanno un potere immenso perché sono loro poi che designano i membri del Csm. Quindi c'è un vincolo tra elettori ed eletti", ha aggiunto. Non a caso il governo ha avuto l'idea del sorteggio, che tra l'altro è fatto nell'ambito "di un canestro di soggetti qualificatissimi", non solo per i componenti del Consiglio superiore della magistratura ma anche per quelli della cosiddetta sezione disciplinare.

Le novità sull'avviso di garanzia

Nordio ha paragonato l'informazione di garanzia a una sorta di condanna anticipata. Questo perché in tempo zero si scatena una campagna di fango mediatica e politica che in diversi casi del passato ha avuto come effetto quello di far fuori dalla vita politica determinati avversari che non si riuscivano a battere nelle urne. Perciò ha rivendicato le novità sull'avviso di garanzia: "Cambia, ma è il minimo sindacale, nel senso che tutto questo resterà segreto, non sarà reso noto".

Anche in questo caso ha negato di voler imbavagliare la stampa, visto che non si vuole far altro che tenere segreto un atto istruttorio che già dovrebbe essere tale (come previsto dall'articolo 114 del Codice di procedura penale):

"Allora, se esce una notizia segreta da una Procura della Repubblica e quella stessa Procura della Repubblica indaga sulla fuga di notizie, c'è qualcosa che non funziona. Ecco, allora noi cominceremo a farla funzionare".

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