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"Nessuno diffami i nostri agricoltori", il presidente di Coldiretti contro Magi e Della Vedova

Il no al cibo sintetico è ora legge, con grande soddisfazione di Coldiretti, che ha combattuto una lunga battaglia. Non sono mancati momenti di tensione quando i vertici di +Europa, in piazza, hanno mostrato cartelli contrari con la scritta "Coltivate ignoranza"

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Dopo l’approvazione del Senato, anche la Camera ha dato il via libera alla legge che vieta la produzione e la commercializzazione in Italia di carne coltivata e altro cibo sintetico. Il testo si basa sul principio di precauzione e l’obiettivo è “tutelare la salute e il patrimonio agroalimentare italiano”. La legge vieta la produzione e l’immissione sul mercato di “alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali”. Un respiro di sollievo per chi opera nel settore della carne. Ma qualcuno non ha gradito la mossa del governo, ratificata dal Parlamento.

L'apporto di Coldiretti

Per sostenere il ddl durante la discussione in Aula, una rappresentanza di agricoltori e allevatori di Coldiretti si è riunita a Roma con striscioni che recitavano “No al cibo artificiale”, spiegando che “i prodotti nascono in campagna e non in laboratorio”. La mobilitazione contro il cibo sintetico era partita il 10 novembre del 2022 proprio da Coldiretti, sostenuta da associazioni ambientaliste, dell’agricoltura biologica e dei consumatori, e si era conclusa con oltre 2 milioni di firme raccolte e a cui aveva fatto seguito, il 28 marzo, la presentazione del disegno di legge da parte del governo.

Proprio durante la pacifica manifestazione autorizzata che ha visto anche la presenza del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, in piazza sono comparsi alcuni caltelli con la scritta "Coltivate ignoranza", un attacco, per gli agricoltori da sempre uniti contro questa lotta al "sintetico" e non fatto "secondo natura".

L'attacco di +Europa

Non tutti si sono detti soddisfatti dalla legge e in piazza, insieme agli agricoltori, sono scesi anche i vertici di +Europa, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, che a loro volta manifestavano contro il divieto di fronte alla sede del governo. I due parlamentari, secondo quanto riferito da Coldiretti, hanno lasciato l’Aula (dove erano in corso i lavori) per scendere in piazza e mostrare i cartelli davanti ai manifestanti, con la scritta offensiva che ha scaldato gli animi tanto da provocare un acceso scambio di battute tra i due parlamentari e il presidente della Coldiretti. “Esporre dei cartelli con la scritta ‘coltivate ignoranza’ è una inaccettabile provocazione che offende 2 milioni di agricoltori italiani che tutti i giorni assicurano cibo al Paese con il loro lavoro”, ha spiegato ai giornalisti Prandini.

Di diversa opinione Della Vedova e Magi: "Se il presidente di Coldiretti si sente in diritto di aggredire un parlamentare credo che siamo all'eversione. È una persona che non dovrebbe ricoprire un ruolo del genere, ora facciamo una bella denuncia". ha dichiarato Della Vedova. "Chiediamo che il governo si dissoci", ha aggiunto il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

La risposta di Prandini

"Noi faremo altrettanto (riferendosi a Della Vedova) per i cartelli che lui ha esposto, venendo a provocare una manifestazione che era assolutamente pacifica fino a che non sono stati mostrati i cartelli con la scritta che gli agricoltori coltivano ignoranza. Di fronte a tutto questo, come giustamente ci deve essere rispetto nei confronti del Parlamento e dei parlamentari, ma anche i parlamentari devono avere rispetto per i cittadini italiani e per un mondo che io rappresento, che è quello degli agricoltori".

Ha poi continuato: "Di fronte a provocazioni di quel tipo sono andato a dirgli quello che penso cercando di fargli abbassare il cartello, questo è quello che è successo. Poi se lui vuol creare le condizioni per le quali questa strumentalizzazione gli possa dare dalla visibilità personale che diversamente non avrebbe, è libero di farlo e noi agiremo a nostra volta nelle sedi opportune rispetto a quello che è un comportamento che sicuramente non ha nulla di democratico come lui si definisce.

E soprattutto non è rispettoso del lavoro di milioni di agricoltori".

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