«Con noi più regole e legalità E aiuti concreti alle famiglie»

RomaUltima giornata di campagna elettorale per Gianni Alemanno. Solo nel pomeriggio ha partecipato a cinque comizi di chiusura in altrettanti punti della città. Ed è durante una di questi trasferimenti che lo raggiungiamo al telefono.
Lo sa sindaco che almeno su una cosa lei e Marino andate d'accordo?
«Quale?»
Considerate Roma la città più bella del mondo. Ma di cosa avrebbe bisogno Roma per essere più attraente?
«Roma è bellissima e unica. Per godere appieno di questi scenari mozzafiato i romani, però, avrebbero bisogno di maggiore serenità».
Stiamo ancora parlando di sicurezza?
«Stiamo parlando di lavoro. Stiamo parlando di serenità economica. Stiamo parlando di negozi che chiudono e giovani senza futuro. A loro dobbiamo restituire serenità».
Non dovrebbe essere compito dello Stato con le sue programmazioni economiche?
«Certo. Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte. Grazie alla nuova legge di Roma Capitale siamo pronti a rilanciare le grandi opere con investimenti tutti privati. Abbiamo stimato per i prossimi anni un aumento concreto dell'occupazione. Però il governo può aiutarci anche in un altro modo».
Quale?
«Con leggi che ci aiutino a combattere la piaga del commercio abusivo, oltre che quella degli accampamenti abusivi. I negozianti non ce la fanno più a reggere questa concorrenza».
Parlando di accampamenti abusivi, viene facile tornare sul tema della sicurezza.
«È stata una delle cifre dei nostri primi cinque anni di amministrazione. E intendiamo andare avanti. Servono più regole, più legalità e maggiore rispetto della città».
In questa lunga campagna elettorale quale è stato il momento più difficile?
«La pubblicazione di quella foto con un ex detenuto di un'associazione di volontari scambiato per un pregiudicato del clan dei Casamonica».
Un colpo basso?
«Non solo. Mi è caduta addosso come una maledizione del destino. D'altronde mica posso chiedere la carta di identità a tutte le persone che mi avvicinano negli incontri pubblici!».
Però si è rivelata un boomerang per i suoi avversari.
«Hanno rivelato così la loro anima di moralizzatori senza scrupoli».
Però alla fine anche Marino si è scusato.
«Certo, mi ha chiesto scusa. Resta il fatto, però, che Marino continua a fare il moralizzatore e che la sua campagna elettorale sfrutta come slogan la trasparenza. Sembra davvero incredibile che una persona che pretende di dare lezioni di moralità e di meritocrazia, non sia in grado poi di verificare che in una piccola onlus da lui presieduta non ci siano contratti in nero o inventati. Se si scivola su queste piccole bucce di banana, come si pretende poi di avere titolo per governare Roma?».
Ovviamente il riferimento è alla Imagine onlus e alla storia dei pagamenti irregolari a un collaboratore, vero?
«Oggi (ieri, ndr) Ignazio Marino ha perso un'ottima occasione per chiarire. Poteva venire negli studi di Saxa Rubra dove si registrava la tribunale elettorale e in quella sede spiegare tutto. E invece ha disertato il confronto. Dimostrando, quindi, paura. È il tentativo di addormentare il confronto elettorale in chiave antidemocratica».
Il suo avversario dice che lei ha dimezzato negli ultimi mesi i contributi per le famiglie con disabili e lancia l'idea di un fondo blindato per le fragilità sociali. Cosa ne pensa?
«Non solo non abbiamo tagliato proprio nulla, ma il Comune si è fatto carico di coprire i buchi lasciati aperti dai tagli al welfare. E in questo senso i nostri fondi per aiutare le famiglie con simili problemi sono aumentati nel corso della nostra giunta del 70%. Altro che tagli!».
Cos'altro intende fare lei per aiutare le famiglie?
«Direi piuttosto cosa ho già fatto: abbiamo istituito il quoziente famigliare che ci ha permesso di tagliare l'Imu e di abbassare la tassa sui rifiuti per il 36% dei nuclei familiari romani. In più abbiamo aumentato i posti negli asili nido: da 15mila a oltre 21mila».
Marino ha detto che nei primi cento giorni da sindaco pedonalizzerà via dei Fori Imperiali. Cosa ne pensa?
«Era un vecchio sogno della sinistra. Ci pensava già Rutelli nel '93. Solo che per fare una cosa di questo tipo servono infrastrutture adeguate. Mobilità alternativa. In cento giorni non può far niente di tutto questo».
E allora?
«Se lo fa davvero, vuol dire che preferisce far vincere l'ideologia sacrificando i residenti di Colle Oppio ed Esquilino che verranno stritolati dal traffico».


A poche ore dalla chiusura, qual è stato il momento più inaspettato di questa campagna elettorale?
«Il sostegno di personalità della cultura che fino a ieri erano severi censori. Penso, per esempio, a Carlo Ripa di Meana. Abbiamo discusso centinaia di volte, quindi il suo sostegno pieno oggi mi fa bene sperare».

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