"Non entrate o vi insultiamo" Ecco la Roma targata Marino

Il cartello, pieno di errori grammaticali, appeso fuori dall'Ufficio gestione verde urbano. Qualcuno lo fotografa e lo pubblica sul web. Scoppia un caso

Il cartello appeso fuori dall'Ufficio gestione verde urbano
Il cartello appeso fuori dall'Ufficio gestione verde urbano

Benvenuti nella capitale d'Italia targata Marino, il sindaco tutto sorrisi, bici e diritti civili. Che pensa a introdurre i matrimoni tra gay, ma nel frattempo lascia che i cittadini vengano minacciati per iscritto dai suoi dipendenti.
Ufficio Gestione Verde Urbano. Un utente va per una pratica e si imbatte in un cartello con l'intestazione Roma Capitale. «Il pubblico - vi si legge - si riceve nei giorni di martedì e venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 previo appuntamento telefonico. L'altri giorni dobbiamo lavorare. Si prega di non essere insistenti altrimenti ci vedremo costretti, anche se contrario alla nostra educazione, a prendervi a parolacce ed insulti». Urca. Qui siamo in zona Totò e Peppino.
L'utente trasecola per gli errori di grammatica, per l'esibizione di tracotanza, per il sottinteso che ricevere il pubblico non è lavoro ma una scocciatura, per quel comico inciso «anche se contrario alla nostra educazione». Un po' ridacchia ricordando la signorina Vaccaroni di una vecchia gag televisiva di Cinzia Leone, quella della «pizza di fango del Camerun», l'impiegata che apriva lo sportello «dalle otto alle otto» («cogli l'attimo!»), e mostrava fantomatiche circolari per giustificare ogni vessazione ai danni dei malcapitati utenti. Un po' ridacchia e molto si indigna. Si guarda in giro, cerca una telecamera nascosta. Non la trova e capisce che è tutto vero. Qualcuno, nell'ufficio capitolino, pensa davvero di poter trattare i «sudditi» in questo modo. L'uomo fotografa il cartello e lo posta sulla pagina Facebook romafaschifo. La fotografia rimbalza di pagina in pagina, di sito in sito, e diventa un caso politico. L'ennesimo per Ignazio Marino, il sindaco che sta battendo ogni record di velocità nel fare pentire i romani che lo hanno votato appena pochi mesi fa.
«Il cartello choc - attacca Ignazio Cozzoli, consigliere capitolino dell lista Alemanno - è l'ennesimo scivolone dell'amministrazione. La pessima gestione e la mancanza assoluta di controllo sono le prerogative principali di una macchina amministrativa dissennata che sta indignando i cittadini». Anche il vicesindaco con delega al Personale, Luigi Nieri di Sel, si indigna e su Facebook parla di un «incredibile avviso, offensivo nei confronti degli utenti, esposto in un ufficio dell'amministrazione capitolina». Poi però Nieri minimizza: «In qualità di vicesindaco e di assessore al Personale, ho predisposto un'immediata verifica: il cartello era effettivamente esposto presso i locali di un servizio operativo di supporto agli uffici di Gestione del Verde Urbano, spazio che, mi è stato assicurato, non è aperto al pubblico. Il cartello era una sorta di atto goliardico interno». Le risate in sottofondo sono i romani che si sganasciano per la trovata.
A dimostrare che quella di Nieri è una toppa peggiore del buco arriva Riccardo Camilleri, caposegreteria dell'assessore all'Ambiente Estella Marino (solo omonima del sindaco), che mostra di prendere quell'avviso molto più sul serio. «Carissimi - scrive su Facebook - ringraziandovi della segnalazione dell'increscioso cartello, volevamo segnalarvi che abbiamo provveduto a far rimuovere lo stesso.

Tali episodi sono lontani e non rispecchiano minimamente il desiderio e lo sforzo che questa amministrazione sta ponendo in essere per riuscire a instaurare il più proficuo dialogo con i cittadini». Meglio così. Perché i romani, anche se contrario alla loro educazione, sono molto incavolati.

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