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"Non so", "non leggo...". Tra scuse e imbarazzi la scena muta del Pd da Prodi a Franceschini

Tutte respinte le proposte di intervista della nostra cronista. La linea Schlein ha fatto scuola

"Non so", "non leggo...". Tra scuse e imbarazzi la scena muta del Pd da Prodi a Franceschini
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Undici piccoli democratici. Piccoli si fa per dire. Fassino, per esempio, è alto un metro e novanta. Anche Letta è un pezzo di Marcantonio. Scrivo piccoli perché sono loro a sentirsi piccoli quando si trovano di fronte a un problema grande. E fanno come i bambini: mani a tappare gli occhi, oppure scappano via. Ieri pomeriggio abbiamo provato in tutti i modi a intervistare un esponente del Pd sulla vicenda Hannoun. Cioè sull'arresto in Italia di sospettati fiancheggiatori di Hamas, alcuni dei quali - soprattutto il loro capo, Mohammad Hannoun - piuttosto vicini alla sinistra e ai suoi dirigenti. Volevo una intervista tranquilla, come sempre io le faccio. Domande chiare, risposte assolutamente libere, censura zero. Possibilità da parte dell'intervistato di rileggere prima di pubblicare, cosa che si fa molto raramente. Rischio di trappole zero. Potevano dire quel che volevano ed eventualmente respingere le accuse politiche che la destra sta lanciando contro il Pd e i 5 stelle. E invece? Niente. Silenzio. Un po' come solo silenzio, finora abbiamo avuto da Elly Schlein. Avrà fatto scuola.

Undici tentativi andati a vuoto. Al dodicesimo mi sono fermata ma credo che avrei potuto continuare fino a notte. Eppure non avevo cercato dei peones, che magari potevano avere paura di esporsi. Tutta gente di grande esperienza. A partire dall'uomo che ha sempre guidato le grandi battaglie elettorali vincenti del Pd.

L'uomo che è stato presidente del Consiglio, capo della commissione europea e anche candidato alla presidenza della Repubblica. Il mitico Romano Prodi. Il quale ancora recentemente si era fatto notare per svariate sue dichiarazioni e persino per delle critiche all'attuale gruppo dirigente del Pd. Ero sicura che mi avrebbe risposto. Non poteva avere paura. Sicuramente aveva delle idee sue. E invece bocca cucita. Sapete cosa mi ha risposto? «Mi dispiace ma ne so poco o nulla». Proprio così: cioè, l'uomo più importante del centrosinistra, l'uomo che ha guidato l'Europa, il professore, l'intellettuale, non sa nulla della questione pro Pal e dell'arresto di alcuni dirigenti palestinesi in Italia ad opera della magistratura italiana? Già. Prodi mi ha detto di avere letto poco i giornali. Sono rimasta senza parole. Restiamo nel campo degli ex premier. Letta, cioè Enrico Letta. Ecco la sua risposta, gentile come sempre è lui: «Buongiorno e Buon Anno. La ringrazio e la prego di ringraziare a nome mio il direttore Cerno per la proposta ma ho preso come regola di base di non intervenire nel dibattito politico, su nessun giornale. Grazie ancora». E due. Passiamo al terzo presidente del Consiglio, poi, se va male, cerchiamo gli ex segretari di partito. Il terzo è Renzi. Lo sapete tutti, Renzi è un uomo coraggioso. Parlerà, sicuro che parlerà. Macché, niente da fare. Dice: «Sono fuori». E quindi? Non si può dare una intervista da fuori Roma? Una volta Renzi prese in giro Landini perché -disse - Landini credeva di dover usare il gettone per far funzionare i cellulari. Beh, stavolta è lui Allora provo con tre segretari di partito: Fassino, Franceschini e Bersani. Tre no. Telegrafici. Franceschini e Bersani mi dicono solo che loro «non rilasciano». E gentilmente, come tutti, ringraziano. Fassino mi dice che ci pensa, ma che non gli sembra il caso di parlare col Giornale che ce l'ha col Pd. Ok, meglio rilasciare interviste solo ai giornali di partito. Pina Picerno è vicepresidente del Parlamento europeo: «Grazie molte per avere pensato a me. Oggi non posso». Del Rio, riformista doc, cattolico. Niente da fare. Dice di avere rilasciato recentemente un'intervista a un altro giornale e lui di interviste, evidentemente, massimo una al mese. E allora vado sul sicuro. Giorgio Gori e Luigi Zanda. Persone posate e molto autorevoliMannaggia! Anche loro all'oscuro dei fatti. Zanda non ha letto abbastanza, dice. Evidentemente i giornali non gli piacciono. Ma non era lui il presidente del Cda del Domani? Gori più complesso: «Non è un tema sul quale intendo fare una intervista». Ok, evidentemente non lo considera importante. Forse avrebbe preferito il tema scottante dell'Atalanta sconfitta uno a zero dall'Inter.

Ultimo tentativo: Lia Quartapelle. Ultima risposta: «Non sono informata». Lei è la vicepresidente della Commissione Esteri, ma sugli esteri si informa poco. Ecco, qui mi sono fermata. Dite che dovevo andare avanti? Se volete domani ricominciamo.

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