A luglio, la rivista Left ha dedicato alla riconversione a sinistra di Renzi una curiosa copertina, che nella grafica ricordava la locandina di un film di Hitchcock. Al centro, al posto di Kim Novak, la faccia del sindaco e il titolo: «L'uomo che visse due volte-il compagno Renzi».
Profetico: giusto ieri, aprendo la celebrazione del 69esimo anniversario della liberazione di Firenze, il sindaco si è rivolto alla delegazione Anpi con un tonante «amici e compagni», che sulle sue labbra ha preso molti in contropiede. La banda cittadina suonava Bella Ciao, tra fazzoletti rossi e bandiere tricolori, e le parole di Renzi sulla Resistenza, che «sta nel Dna come elemento costitutivo di questa comunità» e contro «ogni tentativo di revisionismo che va rispedito al mittente» erano molto in tono con l'evento. E hanno fornito carburante agli attacchi del centrodestra contro colui che resta il più temuto (dal Pdl, oltre che dallo stato maggiore del Pd) dei possibili leader del centrosinistra: «Matteo è prigioniero dei compagni, dopo aver strizzato l'occhio all'elettore di centrodestra ha scelto decisamente di spostarsi a sinistra», denuncia Renato Brunetta. Lasciando però aperto uno spiraglio: «Sotto sotto teniamo acceso ancora un lumicino di speranza: che sia lui quello che ucciderà il virus comunista nella pancia della sinistra?».
A giudicare dalle barricate che contro Renzi stanno cercando di costruire, dentro il Pd, i supporter della «Ditta» post-Pci, c'è da credere che questo sia esattamente quello che paventano anche loro. Ed è proprio per questo che Matteo Renzi sta sottoponendo la propria immagine ad un deciso maquillage di sinistra, per rassicurare e riconquistare quel popolo di militanti ed attivisti che gli ha fatto perdere le scorse primarie, rifiutandolo come un corpo estraneo, un pericoloso liberista, un infiltrato para-berlusconiano, frequentatore di Arcore e intimo di Briatore. A giudicare dal clima che ora accoglie il sindaco ad ogni festa di partito, il maquillage ha funzionato eccome, e da nemico del popolo Renzi si sta trasformando in salvatore della patria Pd. Il rischio di perdere appeal verso i delusi di centrodestra, come gli veniva rimproverato giorni fa dal Corriere della Sera, Renzi lo mette in conto in questa fase. Ma la posta in gioco ora è il congresso del Pd, non le elezioni politiche. E anche la necessità di ritagliarsi uno spazio diverso da quello che può occupare Enrico Letta, inchiodato dall'alleanza con il Pdl ad un ruolo moderato. Di qui, ad esempio, le aperture di credito che improvvisamente gli arrivano da chi, come Nichi Vendola, fino a pochi mesi fa lo vedeva come fumo negli occhi (ricambiato, visto che Renzi, a Firenze, non ha voluto Sel nella sua maggioranza e i vendoliani gli fanno dura opposizione) e ora lo celebra come colui che può «svecchiare la politica». Seguendo la strada già indicata da Giuliano Pisapia, che al sindaco di Firenze ha fatto un endorsement un mese fa: «È l'unico che può portare unità a sinistra allargando il consenso».
Ha un imprinting più di sinistra anche la nuova linea economica renziana, affidata al neo-deputato Yoram Gutgeld (senior partner McKinsey) e lanciata in un recente convegno dal titolo «Il rilancio parte da sinistra». Applaude il «giovane turco» Matteo Orfini: «Matteo si è spostato su posizioni tipiche della sinistra europea».
Di certo, con la cerimonia partigiana di ieri (e l'annuncio che è «molto probabile» la sua ricandidatura a sindaco) Renzi saluta e va in vacanza all'estero con la famiglia. Ricomparirà il 1 settembre, sul palco della festa nazionale del Pd, e se ne vedranno delle belle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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