Grillo non controlla più i suoi e la moglie

Nuove figuracce, autorevolezza in crisi. Scoppia la grana della residenza della signora

Beppe Grillo con la moglie di origine iraniana Parvin Tadjkarriva
Beppe Grillo con la moglie di origine iraniana Parvin Tadjkarriva

Roma - Per rafforzare la leadership bisogna tornare alla piazza. Più della televisione, più delle minacce via blog, è questo il terreno dove Beppe Grillo si giocherà la partita. Il controllo sui suoi parlamentari gli sta sfuggendo di mano, anche sul blog qualche attivista si prende libertà che prima non avrebbe mai osato esprimere. In più sta risorgendo dalle ceneri di un periodo di sonno l'altra piazza, quella fatta da Cobas, centri sociali, comitati, che da oggi sfilerà a Roma e che qualche grillino, dal blog, aveva chiesto di affiancare, senza ottenere risposte. Tra inspiegabili silenzi e gaffe sui clandestini, il capo in crisi di autorevolezza del Movimento cinque stelle starebbe lavorando a questo nelle ultime settimane: il terzo V (vaffa) Day, sede e date possibili Genova 30 novembre. A cinque anni dall'ultimo, nella città del cuore.
Per la prima volta dalle elezioni infatti, il problema del Movimento non è legato ai consensi, ma al carisma del capo. Grillo doveva venire a Roma per incontrare deputati e senatori dopo il corto circuito mediatico sui clandestini. I suoi senatori hanno presentato un emendamento per l'abolizione del reato di clandestinità che il comico ha sconfessato sul suo blog, da qui la necessità di una riunione.
Ma i «portavoce dei cittadini» si sono spaccati a metà sul voto che avrebbe dovuto confermare l'incontro. Motivi: impegni presi in precedenza, il timore di andare incontro a una divisione pericolosa in caso di voto sulla materia delicata della clandestinità. Lo scarso entusiasmo ha obbligato Grillo e Gianroberto Casaleggio a rimandare la discesa a Roma a data da destinarsi. Non senza irritazione nel duo alla guida dei cinque stelle. La riunione era stata, infatti, fissata per martedì, poi rinviata a oggi e infine cancellata definitivamente.
Eppure un incontro-confronto tra Beppe e la sua squadra era invocato anche dal blog: «Stai un po' più vicino ai nostri cittadini parlamentari - scriveva anche ieri un'attivista, Silvana Rocca - Che camminino con le loro gambe va bene, ma una consultazione e indirizzo va preso più spesso!». Gianfranco Mazzeo, di Torino, rimprovera al leader stellato di essere «in preda di un delirio di onnipotenza. Per favore, datti una calmata perché stai distruggendo tutto quello che di buono che il M5S ha costruito in questi 6 anni!». Continuano anche le defezioni dopo il post del comico sull'immigrazione: «Mi pento e mi dolgo di aver votato per questo Movimento - ammette Maria Grazia Manca, da Brindisi - Dopo le posizioni leghiste di Grillo e la posizione sul negazionismo siamo alla rifondazione del vecchio Movimento sociale».
In più non vengono risparmiate critiche a Grillo per la storia della casa della moglie: secondo indiscrezioni di stampa, Parvin Tadjk avrebbe fatto risultare come casa di residenza un'abitazione più piccolo vicina alla villa del marito Beppe, risparmiando così oltre 5mila euro di Imu: «Nella sua posizione non dovrebbe esporsi a tali critiche», osserva Enzo Chiesino da Imperia. Il paragone, poi, fatto ieri dal Grillo sul blog tra la Grecia e l'Italia e l'avanzata in terra ellenica di Alba Dorata, non ha riscosso grande successo: «Ecco, magari noi del M5S dovremmo cercare di non imitare Alba Dorata, o di agitarla come spauracchio, ricordando quelli che sono i diritti umani, e non di razza, anche sull'immigrazione, chiaro?», osserva Massimiliano Martiradonna da Bari.
In Parlamento, invece, deputati e senatori fuoriusciti si stanno organizzando in un organismo nuovo.

Si chiama Gap, (Gruppi di azione popolare), ed è formato per ora da tre senatrici e un deputato: Gambaro, Anitori, De Pin e Zaccagnini. I quattro «gappisti» continuano a militare nell'opposizione, ma denunciano la «campagna d'odio» nei loro confronti.

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