Uno inneggia allo stupro. L'altro non vuole che Roma ricordi gli scomodi eccidi delle foibe. Uno, Gianluigi Piras, consigliere comunale di Jerzu (Ogliastra) e presidente regionale del forum sui Diritti, è del Pd. L'altro, Luigi Nieri, vicesindaco della capitale, di Sel. Due schegge di sinistra che le sparano enormi. Piras ce l'ha su con Yelena Isinbayeva, zarina russa del salto con l'asta, rea di aver difeso le leggi del suo Paese in materia di omosessualità. Con l'aggiunta: «Ci riteniamo persone normali: gli uomini stanno con le donne e le donne con gli uomini». Apriti cielo. «Isinbayeva, per me possono anche prenderti e stuprarti in piazza. Poi magari ci ripenso. Magari mi fraintendono», scrive su facebook il piddino. Scoppia il putiferio che lo obbliga al dietrofront: «Lo stupro è inaudita violenza. Ma il danno è enorme e quando si sbaglia, in politica come nella vita, c'è sempre un prezzo da pagare e io intendo pagare». Dimissioni irrevocabili.
Nieri, invece, incendia il ferragosto con un'intervista in cui sostiene che gli eccidi degli italiani in Istria e Dalmazia «saranno ricordati da altre città ma non da Roma che è legata all'occupazione nazifascista». Anche in questo caso polemiche a non finire con il centrodestra, in testa Francesco Storace de La Destra, a chiederne le dimissioni. Arriva la parziale rettifica, non le dimissioni. Sui casi la sinistra sonnecchia. Con qualche eccezione. Quella di Gianni Pittella, per esempio, piddino e vicepresidente del Parlamento Ue: «La tragedia delle foibe e quello che hanno dovuto subire gli esuli e i rimasti non è una memoria né di destra né di sinistra. Appartiene all'Italia e agli italiani. Bisogna provare rispetto per chi ha subito la violenza dei titini. Questo non inficia il giudizio storico sui fascismi ma non è più accettabile alcuna chiusura su questa pagina di storia».
Per il resto, silenzio quasi tombale. In fondo quando la sinistra la spara grossa è solo un gesto isolato, un inciampo, una gaffe occasionale e accidentale. Quando invece sono altri a far partire il colpo, beh, è sintomo di degrado culturale, ignobile e abituale orrore mentale. Disgustoso e inqualificabile modo di pensare proprio della destra: sporca, brutta e cattiva. Sul caso dello stupro, il leghista piemontese Tiramani pretende l'idem agire: «Auspichiamo per il signor Piras, lo stesso trattamento ricevuto da Dolores Valandro: indagata e processata per direttissima. Non possono esserci due pesi e due misure in questo Paese». La leghista aveva infatti auspicato lo stupro del ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge. Condannata a 13 mesi di reclusione, 13mila euro di multa e l'interdizione per 3 anni dai pubblici uffici. Che poi inneggiare all'orrore dello stupro sembra di moda, visto che in risposta alla Velandro un consigliere comunale di Caverzere (Venezia), Angelo Romano Garbin di Sel, aveva inneggiato allo stupro, sì, ma di massa: «Sarebbe da mollare in un recinto con una ventina di negri assatanati...
», scrisse sul suo profilo Fb. Ma era una reazione, su. Il senso della diversità dell'insulto lo sintetizza Vendola: «Volgarità razziste e sessiste? Le condanniamo. Ma i leghisti, con quelle, ci costruiscono la politica e le loro carriere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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