Obama ci ricasca: intercettati milioni di cittadini americani

Milioni di utenze telefoniche sotto controllo, la privacy di un esercito di cittadini americani qualunque violata nel nome della sicurezza nazionale. La Casa Bianca non conferma la notizia partita dal quotidiano britannico Guardian, ma difende la misura nel nome della difesa della nazione dalle minacce terroristiche. Obama, in sostanza, continua e rilancia con ordinanze top secret la politica inaugurata dopo l'11 settembre 2001 dal suo predecessore George W. Bush, tanto criticato da sinistra per la presunta intenzione di sacrificare con il Patriot Act le libertà personali con la scusa dell'emergenza terrorismo.
Nel dettaglio, scrive il Guardian, l'amministrazione Obama ha fatto chiedere segretamente dalla National Security Agency (Nsa) alla Verizon - una delle maggiori compagnie di telefonia degli Stati Uniti - di consegnare i tabulati delle telefonate nazionali e internazionali dei suoi utenti per un periodo che si concluderà il 19 luglio. Numeri telefonici di chi chiama e chi riceve, luogo, orario e durata delle chiamate, ma non il contenuto delle conversazioni.
L'aspetto che il giornale britannico ha più sottolineato è che per la prima volta si documenta che la raccolta dati viene effettuata in massa, indipendentemente dal fatto che gli utenti siano sospettati di alcunché. In realtà già in occasione dell'attentato alla maratona di Boston era emerso che le telefonate di Tamerlan Tsarnaev (il terrorista di origine cecena successivamente rimasto ucciso) con la moglie erano state intercettate «a prescindere»: nessuno aveva sospetti sull'uomo ed era apparso chiaro che l'Fbi aveva accesso alle registrazioni delle telefonate di cittadini comuni che venivano effettuate sistematicamente.
Il rilancio della delicata questione è fonte di nuovi imbarazzi per il ministro della Giustizia Eric Holder, già chiamato in causa una decina di giorni fa per la vicenda dello spionaggio nei confronti del giornalista della rete televisiva Fox, notoriamente vicina al partito repubblicano. Holder, nel corso di un'audizione della Commissione Bilancio, ha aggiunto di non voler parlare pubblicamente della vicenda, ma ha sostenuto che il Parlamento è stato «messo totalmente al corrente» delle telefonate intercettate dalla Nsa. Affermazioni confermate da due senatrici membri della Commissione intelligence del Senato Usa, Dianne Feinstein Saxby Chambliss.
Il New York Times va ancora più indietro, e citando una lettera inviata a Holder dai senatori Ron Wyden e Mark Udall ricorda come già l'anno scorso fossero circolate «voci» su operazioni di sorveglianza «che se fossero conosciute nei dettagli lascerebbero sbalorditi gli americani». Per il Washington Post, invece, l'ordine diretto a Verizon sarebbe solo un'operazione di routine, avviata già nel 2006 dalla stessa Corte che ha emesso quello dello scorso 25 aprile, la Foreign Intelligence Surveillance Court (in sigla Fisa).
Ne emerge in ogni caso un Obama che, al di là della retorica sui diritti civili che lo spinge in modo particolare a caldeggiare la chiusura del carcere speciale per terroristi nella base americana di Guantanamo a Cuba, non si fa problemi a implementare al massimo il Grande Fratello voluto dal deprecato Bush nel nome della sicurezza nazionale.

Tanto che ieri Ari Fleischer, ex capo ufficio stampa di Bush, ha osservato sarcasticamente che «tra droni, intercettazioni telefoniche, Guantanamo e commissioni militari Obama sta portando avanti il quarto mandato di George W. Bush. Peccato che in passato l'abbia accusato di aver violato la Costituzione. La verità è che sta rivendicando la sua esperienza».

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