Politica

Offendete pure tutti ma non la Boldrini

M eno male che ogni tanto Beppe Grillo insulta qualcuno altrimenti i cittadini rischierebbero di dimenticarsi della sua esistenza. Due giorni fa c'è stata una scaramuccia parlamentare (sul percorso della legge contro (...)

(...) l'omofobia) tra esponenti del Movimento 5 stelle e Laura Boldrini, accusata di essere poco imparziale e di avere troppo riguardo verso la maggioranza. Ieri il comico ha dedicato una prevedibile sequela di contumelie alla (o al?) presidente (o presidentessa?) della Camera. Inequivocabile, e ingiustificabile, il retrogusto maschilista del messaggio apparso sul blog di Grillo: «Non voglio sentire i queruli rimproveri di una signora che dal suo scranno tratta i nostri rappresentanti come degli scolaretti. Chi le dà questa autorità? È un oggetto di arredamento del Potere, non è stata eletta, ma nominata da Vendola. Esigiamo rispetto».
Avrebbe mai definito «oggetto di arredamento» un maschio? Probabilmente no. Per esigere rispetto, come fa Grillo, bisognerebbe rispettare gli altri, ma certo non è il caso di fare i maestrini di morale col dito alzato. Piuttosto importa sottolineare la compatta indignazione che salta fuori solo quando viene attaccato un simbolo incarnato del politicamente corretto come Laura Boldrini (o il ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge). Se Grillo aveva lo scopo di farsi notare, non poteva scegliere un bersaglio migliore. Infatti si sono infuriati proprio tutti, dal capo dello Stato fino agli uscieri di Montecitorio, passando per la totalità degli onorevoli e delle onorevoli, quest'ultime firmatarie di una lettera di solidarietà alla Boldrini. I più gentiluomini (e spiritosi) hanno perfino lanciato una sfida a duello per lavare col sangue l'offensiva mancanza di galanteria.
Reagire è giusto, sia chiaro. Però non è che le bordate sparate da Grillo contro l'intero arco costituzionale in questi anni valessero di meno. Il campionario è quasi infinito. In rigoroso ordine alfabetico, ecco qualche presa di posizione politica, si fa per dire, del guru della democrazia (direttissima come le sue battutacce). Berlusconi: testa asfaltata. Bersani: zombie. Brunetta: Brunettolo. Fassino e Napolitano: salme. Ferrara: container di m... liquida. Formigoni: Forminchioni. Fornero: principessa sul pisello. Lupi: la figlia di Fantozzi. Levi Montalcini: vecchia put... Monti: banchiere del c... Pisapia: Pisapippa. Prodi: Alzheimer. Renzi: ebetino di Firenze. Vendola: buco senza ciambella. Queste raffinate analisi non hanno suscitato la stessa vigorosa sollevazione delle coscienze cui abbiamo assistito in occasione delle carinerie riservate alla Boldrini. Perché il (o la?) presidente (o presidentessa?) della Camera è sinonimo di battaglie «giuste», dalle leggi contro femminicidio e omofobia alla «guerra di civiltà televisiva» contro Miss Italia. E quelli meno «corretti» di lei? Si prendano gli insulti di Grillo e se li mettano in saccoccia.

segue a pagina 7

di Alessandro Gnocchi

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