La morte di Aldo Moro non è ancora una questione per gli storici. Vitantonio Raso, il giovane antisabotatore che arrivò per primo in Via Caetani, rivela che la sua opera fu richiesta ben prima delle 11 del 9 di maggio e che arrivò davanti alla R4 amaranto in via Caetani poco dopo quell’ora.
Non sono mai stati interrogati e se ne lamentano perchè hanno molto da raccontare gli antisabotatori che per primi arrivarono all’R4 rossa, con il corpo di Moro nel bagagliaio. Nel libro La bomba umana, pubblicato di recente, Raso aveva lasciato indeterminata la questione degli orari che ora chiarisce dopo trentacinque anni. La questione è rilevante perché la telefonata dei brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda che avvertiva dell’uomo chiuso nel bagagliaio della macchina è delle 12.13. Intorno alle 11 gli artificieri arrivarono in via Caetani per controllare che l’R4 non fosse una trappola esplosiva. Fu Raso il primo a entrare nella macchina e a trovare sotto la coperta il corpo dell'ex presidente del Consiglio. Poco dopo arrivò anche Francesco Cossiga, che finora si sapeva essere giunto in via Caetani solo poco prima delle 14 e quando Raso, sceso dalla macchina, comunicò che dentro il bagagliaio vi era il cadavere Moro, non vi fu alcuna reazione da parte dell'allora ministro dell'Interno. "Sembrava che sapessero già tutto", ha commentato Raso sottolineando che Cossiga e un certo numero di alti funzionari assistettero alla prima identificazione del corpo ben prima delle famose riprese di Gbr che sono state girate a cavallo delle 14. L'ex titolare del Viminale si recò, infatti, due volte in via Caetani. La R4 fu ripetutamente aperta dai due sportelli laterali come testimoniano le foto a corredo di questa inchiesta. "Quando dissi a Cossiga, tremando, che in quella macchina c’era il cadavere di Aldo Moro, Cossiga e i suoi non mi apparvero né depressi né sorpresi come se sapessero o fossero già a conoscenza di tutto", ha spiegato Raso all'Ansa ricordando che il sangue sulle ferite di Moro era "fresco". "Più fresco di quello che vidi sui corpi in Via Fani, dove giunsi mezz’ora dopo la sparatoria".
Raso fornisce la prova che le cose il 9 di maggio non andarono come finora si è raccontato: "Sono ben consapevole. La telefonata delle Br delle 12.13 fu assolutamente inutile. Moro era in via Caetani da almeno due ore quando questa arrivò. Chi doveva sapere, sapeva. Ne parlo oggi per la prima volta, dopo averne accennato nel libro, perchè spero sempre che le mie parole possano servire a fare un pò di luce su una vicenda che per me rappresenta ancora un forte shock.
Con la quale ancora non so convivere". Raso non è mai stato interrogato. Dal Maresciallo Giovanni Circhetta l’altra novità: sul sedile anteriore della R4 c’era una lettera. Circhetta è sicuro. E si chiede che fine abbia fatto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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