Politica

Gli onorevoli si autocelebrano: da sconosciuti a idoli della folla

Genova Più che una manifestazione politica sembra il set di un film. Sul palco, il protagonista, Beppe Grillo. A 300 metri di distanza, sotto un piccolo gazebo, i comprimari, i parlamentari del Movimento 5 stelle. Ma se il guru-protagonista è inarrivabile per la gente, loro, soddisfano appieno le voglie dei fan. E allora, nelle retrovie della piazza, tutti in coda per vederli, toccarli, fare un foto con il cellulare e avere un autografo. Roberto Fico e Alessandro Di Battista sono i più gettonati. Ci sono impellicciate signore di mezza età che vedono Di Battista e gridano «Eccolo è lui, fatemelo vedere, voglio abbracciarlo!». Ci sono omoni corpulenti che spingono e sgomitano per riuscire a fare una foto con loro. C'è anche un signore che telefona a un amico e poi tutto tronfio passa il cellulare a Fico perché possa salutarlo. Loro, i comprimari relegati nel gazebo, non si sottraggono all'abbraccio dei fan-militanti fino a che perentorio Di Battista tuona: «Basta, non faccio più fotografie! Non sono qui per questo» e rientra nella sua parte. Distribuire volantini che riportano quanto fatto in nove mesi di presenza parlamentare. Il tutto tra slogan e pillole di saggezza dispensate agli adoranti. «Andreotti era meglio di questi cialtroni», spiega Di Battista, che all'infamante accusa che alla fine, sia Grillo a decidere per loro, replica duro. «È una bugia. Lo vedete? Lui è sul palco e noi siamo qui. È una balla, mai ricevuta una sua telefonata». Ma non basta un proclama via blog per far allineare chi non la pensa come lui? «Non è vero! - replica Fico quasi scandalizzato - Mai avuto un'ingerenza, lui è solo in nostro garante». E con i dissidenti allora? «Non volevano rinunciare ai soldi, questa è la verità. Nessuna espulsione, chi ha voluto se n'è andato».
Divisi tra piazza e gazebo ci sono anche altri parlamentari grillini come la capogruppo al Senato Paola Taverna, quella che un paio di giorni fa aveva detto che avrebbe volentieri sputato in faccia a Berlusconi. «Ma era solo una battuta - precisa adesso - mi dispiace se qualcuno si è sentito offeso». Nessuno lo fotografa e gli chiede autografi ma in piazza c'è anche il più giovane parlamentare a 5 stelle, Francesco D'Uva, 26 anni appena ma idee chiare. «Se siamo qui è grazie a Grillo, anche se a volte troppe urla e gesti eclatanti tendono ad offuscare il nostro lavoro quotidiano», spiega il giovane. Stesso concetto espresso dal «padrone di casa», il capogruppo in comune a Genova Paolo Putti. Ribellione nei confronti del guru? Rottura? «No, però bisognerebbe davvero andare oltre a quanto si è visto sinora. Il Movimento arriva al cuore e alla pancia, io vorrei arrivasse anche al cervello. È necessario uscire da slogan e trovare soluzione concrete».
A 10 metri da lui intanto Di Battista e Fico si abbracciano festanti tra un autografo e una foto con i fan. Il guru è laggiù, lontano e il loro momento di gloria può andare in scena.

Questa volta sì, senza interferenze o ingerenze dall'alto.

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