C'era ancora l'Ulivo, non il Pd. C'era ancora Forza Italia, non il Pdl. Lui, il senatore Sergio De Gregorio, stava al Senato, nel gruppo misto, con il suo Italiani nel mondo. E in Aula, sdegnato, negava il mercato dei senatori. Anzi, sfidava la capogruppo dell'Ulivo Anna Finocchiaro che nella sua dichiarazione di voto aveva sollevato il tema, a rivolgersi ai giudici portando le prove, oppure a smetterla di lanciare accuse tanto infamanti. Quelle accuse infamanti che oggi De Gregorio vuol riversare sul Cavaliere, accusandolo di averlo «comprato» nel 2006 per far cadere il governo Prodi.
Il curioso retroscena viene fuori dal resoconto stenografico di una seduta che a Palazzo Madama fece epoca, quella - durata ben 14 ore che il 15 novembre del 2007 portò al varo della Finanziaria del governo Prodi. L'ultima Finanziaria del Prof, che di lì a poco sarebbe caduto dopo l'assalto giudiziario al Guardasigilli Clemente Mastella. Un intervento veemente, quello di De Gregorio. Arrivato a tarda sera, dopo il voto finale intorno alle 23, in replica a un attacco arrivato dalla Finocchiaro. Cosa aveva detto mai, la senatrice? Esultando per il «sì» alla manovra senza ricorrere alla fiducia, la Finocchiaro aveva preso di mira il centrodestra e il suo ostruzionismo. «Mentre questo accadeva aveva tuonato sulla stampa, nelle dichiarazioni pubbliche e private, una ridda di indiscrezioni, di pettegolezzi, di retroscena. Espliciti, anche sui tentativi di corruzione - come si chiama ovunque nel mondo - corruzione politica di nostri senatori. Ne hanno parlato esplicitamente alcuni di voi, con accenti lievi e irridenti, come se si trattasse di una cosa così, che si fa, si può fare e si può anche dire. A segnalare che a essere corrotta è, anzitutto, un'idea della politica. Di più, perché quella non è politica ma cattiva pratica».
È un eufemismo definire sdegnato l'intervento di De Gregorio. Arrivato dopo il voto e dopo non poche insistenze col presidente, Franco Marini. «Signor presidente aveva scandito - credo che dinanzi a quest'Aula sia accaduta una cosa molto grave. La senatrice Finocchiaro, dinanzi a quest'Aula e ai senatori, ha sostenuto che in questo Palazzo si sarebbe consumata un'azione di corruzione di senatori. La senatrice ha pertanto il dovere di dire a quest'Aula e all'autorità giudiziaria, se ne ha le prove, come e dove sarebbe stata consumata questa corruzione.
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