Ora Alfano annuncia una nuova rivoluzione

"Una grossa novità cambierà la politica italiana". E la mossa a sorpresa oscura il Partito della Nazione di Casini

Ora Alfano annuncia  una nuova rivoluzione

Roma - Sul fatto che qualcosa dal Cavaliere abbia imparato non c’è dubbio. Tant’è che Alfano – con un annuncio a sorpresa in tarda mattinata – riesce a mettere all’angolo Casini ed oscurare la sua costituente di centro che ieri ha ufficialmente azzerato i vertici dell’Udc e dato il via al percorso che porterà alla nascita del Partito della nazione. Insomma, ridotto al minimo sindacale lo spazio mediatico per Casini e praticamente «dimenticata» la lettera dei 29 senatori al seguito di Pisanu. Da un punto di vista tattico un ottimo risultato, ottenuto con l’annuncio di una rivoluzione del Pdl che tutti o quasi giurano ancora sia in divenire.

Per carità, nessun dubbio – come dice la Santanché – che ormai «tutto sembra vecchio» e che è «necessario essere al passo con i tempi». Il punto è che – sia Alfano che lo stesso Berlusconi – ancora non hanno ben chiaro in che direzione andare e ieri quel che davvero premeva era l’annuncio a «sorpresa»: per distogliere l’attenzione da un Casini che ormai da 48 ore gioca in pressing nel tentativo di accelerare non solo la scomposizione del Pdl ma anche uno show down del governo Monti (con il solito gioco del cerino, perché ovviamente nessuno – per primo il leader dell’Udc - vuole formalmente intestarsi il «Monticidio») e per rintuzzare l’iniziativa di Pisanu.

Ecco perché in tarda mattinata, durante una visita ai padiglioni del Salone del mobile di Milano, il segretario del Pdl la butta lì: dopo le amministrative insieme a Berlusconi «annuncerò la più grossa novità della politica italiana che ne cambierà il corso nei prossimi anni». Al fianco di Alfano ci sono Lupi, Mantovani, Gelmini, Ravetto e Santanché e sul viso di quasi tutti lo stupore è palpabile. L’annunciata rivoluzione, insomma, se l’aspettavano in pochi. Che Berlusconi stia ragionando su un nuovo soggetto politico, più snello e legato alla società civile, con un nome (l’acronimo «Pdl» non l’ha mai gradito) e un simbolo nuovo non è certo una novità. Come non è un mistero che l’intenzione sia di condurre la prossima campagna elettorale – che sia ad ottobre o nel 2013 – seguendo il «modello Obama»: soprattutto sulla rete, con sms e via Facebook e Twitter relegando solo in seconda battuta quella televisione che per il Cavaliere è stato uno dei segreti del successo nel 1994.

Insomma, che nella testa di Berlusconi ci sia un «nuovo predellino» non è affatto una notizia. Però Alfano ha voluto rilanciare ieri la «rivoluzione» per stoppare un Casini decisamente all’attacco ormai da giorni e frenare le congetture sull’iniziativa di Pisanu. Che - ha ragione da vendere Quagliariello - «è stata decisamente strumentalizzata», visto che l’ex ministro dell’Interno non ha fatto altro che auspicare «un’aggregazione moderata che prenda piede dal Pdl». Il dettaglio che non può passare inosservato, infatti, è che tra Casini e Pisanu c’è una distinzione di fondo: il leader dell’Udc vuole un’aggregazione centrista con un Berlusconi in pensione ad Antigua (cioè fuori gioco), mentre Pisanu immagina un polo moderato comunque riconducibile alla storia del berlusconismo ed al Cavaliere che, piaccia o no, resta forse l’unico leader del blocco di centrodestra in grado di fare «sintesi» tra le diverse anime (basti pensare al fatto che solo nella «ridotta» del Terzo polo Casini, Fini e Rutelli sono lì a darsele di santa ragione). Tra le due posizioni, insomma, di distanza ce n’è molta.

Che poi, nel futuro del Pdl che sarà, ci sia l’incognita Montezemolo è un fatto. Non è un caso, infatti, che la notizia dell’incontro tra il Cavaliere e il presidente della Ferrari sia stata veicolata alla stampa da ambienti finiani mentre Berlusconi era da giorni che faceva il possibile perché non se ne parlasse. Il termometro del fatto che forse qualcosa di serio che bolle in pentola c’è.

Mentre Fini – pur di mettere in difficoltà un Casini che ormai da tempo con Montezemolo non si prende per nulla – ha fatto il possibile per rendere pubblico il pranzo tra i due. Un incontro inizialmente in programma ad Arcore e rimandato solo per i funerali di Dorino Della Valle e che si è poi tenuto due settimane fa a Palazzo Grazioli.

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