Una denuncia alla Procura della Repubblica di Trieste è l’ultimo episodio della «guerra» fra gli ex An. Roberto Menia, coordinatore nazionale di Fli, già sottosegretario del governo Berlusconi, vicino a Gianfranco Fini, che ha bollato il fascismo come male assoluto, denuncia la «sottrazione indebita» di archivi del Msi, cimeli del ventennio, della seconda guerra mondiale, compreso un busto bronzeo del duce. Il tutto era conservato nel cosiddetto «sacrario», che è stato tramandato nel tempo dal Movimento sociale all’ultima sede di Alleanza nazionale a Trieste, oggi chiusa e contestata. Menia rivendica il sacrario come patrimonio comune della destra locale di cui ha fatto parte.
Tutto ha inizio nel novembre scorso, quando Piero Tononi, vice coordinatore provinciale del Pdl, si accorge che qualche pezzo del sacrario è sparito. Si tratta di una fetta di storia del Novecento con le foto di 200 caduti giuliani non solo della seconda guerra mondiale, la lista di 4mila dispersi e addirittura una cassa in legno con le ossa di infoibati. Fra i cimeli del ventennio spicca il drappo nero con fascio littorio che servì da addobbo per il discorso di Mussolini a Trieste nel 1938, in cui annunciò le scellerate leggi razziali.
Non mancano i labari dal Partito fascista ad oggi, la lista degli iscritti fino ad An e altri ricordi della destra triestina.
Nel 2012 gran parte di questo materiale è più adatto ad un museo, che ad una ex sede parte del patrimonio conteso di An. Tononi, che sostiene di aver pagato negli ultimi tempi le bollette di tasca sua, inventaria i beni del sacrario e mette «in sicurezza il materiale apparentemente di maggior valore storico-archivistico». Una parte la consegna in comodato alla «Fondazione Carlo Alfredo Panzarasa», che gestisce a Trieste un museo sulla storia della Repubblica sociale. Per motivi di spazio altri cimeli vengono sigillati in scatoloni e depositati in un magazzino. Tononi dichiara che il tutto non solo rimane a disposizione, in qualsiasi momento, della Fondazione che gestisce i beni di An, ma che ha il beneplacito del suo presidente, il senatore Franco Mugnai, che firma il comodato e scrive allo stesso Tononi: «Non posso che ringraziarti per l’opportuna iniziativa (...) in attesa che la Fondazione decida definitivamente quale soluzione adottare».
Menia, che a Trieste ha aperto una sede di Fli, viene a sapere del trasloco del sacrario. Via sms intima agli ex di An di rimettere tutto al suo posto, come se fosse ancora il capo. Sempre via sms viene informato della luce verde della Fondazione. Il 30 dicembre il deputato Fli sporge una denuncia contro ignoti alla Procura di Trieste, per sottrazione di beni nell’ex sede del partito. Nelle scorse settimane la Digos convoca le prime persone informate dei fatti. Al Piccolo, il giornale locale, Menia dichiara: «Quando ho visto le porte degli armadi spalancate, i ripiani vuoti, le pareti spoglie ho sentito un senso di violenza morale».
Il numero due del Pdl a Trieste, risponde che è tutto regolare: «Mi sento di manifestare pubblicamente un senso di profonda tristezza per l’iniziativa giudiziaria assunta da tale deputato, probabilmente
in parte motivata dal fatto che ben pochi tra gli appartenenti al mondo del Movimento Sociale Italiano prima e di Alleanza nazionale poi, di Trieste, hanno deciso di seguirlo in Futuro e Libertà».www.faustobiloslavo.eu
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