Roma - La grandi (e confuse) manovre nell’area dei moderati continuano. E nell’orizzonte dei malpancisti del Pdl ci si muove alla ricerca di possibili nuovi approdi parlamentari, arrivando addirittura a prefigurare il paradosso della creazione del gruppo del «leader che non c’è»: Luca Cordero di Montezemolo. Sì, perché se il presidente della Ferrari è l’uomo a cui molti guardano come possibile perno intorno a cuicostruire un’aggregazione di moderati, il diretto interessato non ha nessuna intenzione di sciogliere le sue riserve sulla possibilità di scendere in campo in prima persona nelle elezioni del 2013.
«Nel 2013? Io non mi candido» risponde il numero uno della Ferrari. Ma poiché in politica nessuna parola è definitiva, le mosse di Montezemolo restano tra le variabili impazzite del quadro politico. L’ex presidente di Confindustria (spinto anche da sondaggi non incoraggianti) potrebbe non candidarsi in prima persona e scegliere piuttosto di sponsorizzare un quarantenne.
Ma, al di là delle mosse dell’ex numero uno di Confindustria, in Parlamento i lavori per la creazione di un gruppo capace di mettere insieme parlamentari provenienti da aree diverse sembra essere diventato più di una suggestione. Ieri è infatti trapelata la notizia della nascita dell’associazione «AltraItalia», unthinktankcheavrebbeco-meobiettivoquellodidialogareconleavan-guardieparlamentarilegateaMontezemo-loaffinchélafuturaaggregazion deimoderati si sviluppi su contenuti liberali. Tra i firmatari Giorgio Stracquadanio, Isabella Bertolini, Mariella Bocciardo, Gaetano Pecorella, Giuseppe Cossiga, Andrea Orsini. Ma tra i nomi di possibili parlamentari interessati al progetto montezemoliano ci sono anche deputati provenienti dal gruppo misto come Luciano Sardelli, Roberto Antonione, Fabio Gava e Giustina Destro. Un discorso simile sarebbe fatto al Senato dove i nomi sono quelli di Lamberto Dini, Raffaele Lauro e Nicola Rossi mentre Marco Follini ha smentito ogni suo coinvolgimento. L’evoluzione di un’aggregazione di questo tipo è, naturalmente, ricca di variabili. Gli scenari e gli approdi possibili a pochi mesi dal voto (e dalla lotteria delle ricandidature) sono infiniti. E soltanto il varo politico del progetto «Italia Futura» potrà portare chiarezza.
Il punto è che lo stesso Montezemolo continua a muoversi a carte coperte, in attesa di capire le vere intenzioni di Silvio Berlusconie verificare le voci sulla possibile creazione di una lista civica nazionale da affiancare al Pdl. Il manager- che ieri mattina ha incontrato l’amico di vecchia data Gianfranco Fini che a sua volta spinge per proseguire sul progetto terzopolista, rivisto e corretto- ha stoppato l’ipotesi di una convention programmatica a luglio (potrebbe essere rinviata a settembre). Possibile, invece, che nelle prossime settimane possa tenersi una riunione dei suoi circoli. Montezemolo, insomma, calibra i passi e sfoglia la margherita, in preda ai dubbi rispetto alla natura e all’identità della sua offerta politica. Difficile, però, che a questo punto possa fare retromarcia e rinunciare a una lista civica di Italia Futura. Peraltro i membri più influenti della fondazione starebbero continuando a visionare i possibili candidati per le elezioni da sottoporre al leader nel formato di una lista più ristretta. Sullo sfondo dentro il Pdl torna a salire il malumore verso Monti. L’esecutivo, secondo molti parlamentari, fa fatica a cambiare passo e a invertire la strategia unica della stretta fiscale. A fare aumentare i mal di pancia anche l’ipotesi di modifica della riforma Gelmini, con il ritorno alla abilitazione locale dei docenti.
«Non possiamo abbassare l’asticella della trasparenza» dice Mariastella Gelmini. «Da quando abbiamo varato commissioni a sorteggio i partecipanti sono triplicati perché prima si sapeva già chi vinceva, ora invece prevale il merito».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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