La situazione economica è difficile e il governo si deve barcamenare, ma il provvedimento per i giovani fra i 18 e i 29 anni, varato dal Consiglio dei ministri con una dotazione di 1,3 miliardi è veramente poco comprensibile. Come è poco comprensibile il rinvio di un trimestre dell'aumento dell'Iva di un punto, che il ministro dell'Economia Saccomanni giustifica con la necessità di «studiare le coperture». È possibile che ci vogliano tanti mesi per vedere se una spesa o un esonero fiscale si può tagliare o no? C'è il rischio che a dicembre si debba pagare la seconda rata per l'Imu prima casa e che la tredicesima sia erosa anche dall'aumento dell'Iva e dalla Tares, la tassa sui rifiuti urbani che viene estesa ad altri servizi aumentata del 50%.
In questo quadro di aumenti di imposte e tasse (in particolare per i comuni, che hanno amministrazioni rosse che il governo premia) ecco il deludente provvedimento per i giovani. I datori di lavoro che assumeranno giovani, disoccupati almeno negli ultimi tre mesi, riceveranno uno sgravio contributivo che può arrivare sino a 650 euro mensili e durerà 18 mesi. Sarà ridotto a un anno se l'assunzione avviene mediante trasformazione di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato. Ciò presumibilmente perché il beneficio mensile dello sgravio contributivo diventerà più elevato, in quanto i contributi sociali, per il lavoro a tempo indeterminato, sono maggiori. L'incentivo, essendo molto modesto, probabilmente non servirà a incrementare l'occupazione dei giovani ma premierà i datori di lavoro che, comunque, avevano deciso già di assumere qualcuno. Ciò in quanto, in un contratto di lunga durata dopo un anno o un anno e mezzo il datore di lavoro perderà il beneficio, mentre il neo assunto rimarrà (...)
(...) a suo carico. Oppure l'incentivo andrà a chi si farà nuovi contratti a termine o a progetto, con una durata solo per il periodo dell'incentivo. Nel quale caso, il giovane, da poco assunto, perderà il posto di nuovo. Dunque, è probabilmente vero che 100mila giovani, prevalentemente nel Mezzogiorno e nel Centro dell'Italia potranno godere del beneficio, ma esso non servirà a creare occupazione giovanile perché andrà a contratti di lavoro che sarebbero stati comunque fatti o ad assunzioni effimere. A rendere poi il provvedimento poco logico, stanno due clausole ulteriori. I giovani di età fra i 18 e i 29 anni ne possono beneficiare solo a due condizioni, in aggiunta a quella di essere disoccupati da almeno tre mesi: debbono avere a proprio carico almeno una persona oppure non debbono avere un diploma di scuola superiore o professionale. I comunicati ufficiali sono scarni. Come fa un giovane disoccupato ad avere persone a carico? E un giovane senza lavoro che vive con la mamma o con il papa che ha la pensione sociale o una pensioncina, li ha a proprio carico oppure no?
In Russia, durante il regime sovietico, gli ingegneri nascondevano la laurea, perché come operai specializzati potevano avere paghe maggiori. Ora bisognerà nascondere di avere il diploma di liceo o istituto tecnico o professionale. E che senso ha ciò? È un invito a non studiare e a fare la (o il) badante fingendo di farlo gratis? Chi pensa che in questo modo si rianimi l'economia sbaglia. Questo è assistenzialismo spicciolo, un tirare a campare alla giornata. Ma frattanto si trovano soldi per proroghe di cassa integrazione, esodati e spese varie che non stanno nei comunicati ufficiali. Ciò mentre nessuna riforma viene varata. Viene il sospetto che il fatto che sulla prima casa si sia rimasti a metà strada, che per l'Iva si sia dilazionato l'aumento senza toglierlo neppure per il 2013 e che per le assunzioni dei giovani si sia fatto un provvedimento pauperista di corto fiato, sia un modo per «coriandolizzare» il programma del Pdl e far vedere che chi comanda è il Pd. Ma è un gioco pericoloso. All'orizzonte ci sono nubi. Occorre fare meno teatrino ed essere, invece, concreti e incisivi.
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di Francesco Forte
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