
Solo una cosa ci provoca più antipatia del calcio femminile, curioso ossimoro di cui sorridiamo spesso nella nostra famiglia tradizionale di rettiliani, mentre io guardo OnlyFans sul divano e mia moglie gira il sugo in cucina. Ed è la sinistra di gender e d'antigoverno.
E infatti è con un motto di maschilista sufficienza che ieri abbiamo letto su Repubblica l'intervista in cui Elena Linari, veterana della nazionale di calcio femminile (accidentalmente eliminata in semifinale agli Europei in Svizzera, peccato), accusa il Paese di fare passi indietro nel campo dei diritti civili, lamentandosi del fatto che «il governo sta riportando l'Italia alla famiglia tradizionale».
Ma magari.
Comunque. Prima calciatrice ad aver fatto coming out, Elena Linari una di quelle donne che non hanno cose da dire, e le dicono con troppe parole invece di parlare della propria sconfitta ci parla di quelle del governo. Si dice buttare la palla in tribuna.
Domande.
1) Quali sono esattamente i passi indietro nei diritti civili, se hanno appena concesso il congedo di «paternità» alla seconda «mamma» in una coppia di donne? 2) Perché la famiglia tradizionale è qualcosa da cui allontanarsi? 3) Quando farete una trasferta in Iran a godervi i veri diritti civili? 4) Perché hanno inventato il calcio femminile?Mah. Alla prima intervista di una calciatrice inclusiva rimpiangiamo già i viziatissimi colleghi maschi. Ma sì. Ridateci Di Canio.