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Il Papa grazia il maggiordomo pentito

di Il Papa ha perdonato ieri, dopo una visita di quindici minuti in carcere (più precisamente nella sala colloqui della caserma della Gendarmeria) il suo ex maggiordomo Paolo Gabriele. È l'ultimo atto del caso Vatileaks, il furto dei documenti dall'appartamento papale e diffusi all'esterno. Papa Benedetto XVI è andato a trovare Gabriele direttamente in carcere e, personalmente, gli ha concesso la grazia. Gabriele era detenuto dal 6 ottobre scorso. La condanna era a 18 mesi. Ma la richiesta di grazia inoltrata al Papa direttamente via lettera è stata ascoltata. Non solo, è stato ascoltato anche quello che sembra essere un serio pentimento, il desiderio cioè di Gabriele di espiare in qualche modo i crimini commessi.
Prima di concedere la grazia a Gabriele il Papa ha ricevuto la commissione cardinalizia che indaga sotto segreto pontificio e per conto esclusivo del Papa sulla vicenda e cioè i cardinali Julián Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi. Che con ogni probabilità hanno offerto un quadro preciso tale da portare il Pontefice a decidere di chiudere almeno un capitolo di questa vicenda non certo decorosa per il Vaticano. La commissione ha lavorato alacremente per mesi in parallelo al tribunale vaticano.
L'incontro di ieri mattina è stato «intenso» e «personale», ha riferito il portavoce della Santa Sede, Federico Lombardi. Che ha poi spiegato che l'ex maggiordomo non continuerà a lavorare né a vivere in Vaticano, ma che il Papa «intende offrirgli la possibilità di riprendere con serenità la vita insieme alla sua famiglia». Questa grazia è una «buona notizia», a conclusione di una «vicenda triste», ha detto ancora Lombardi. «Si è trattato di un gesto paterno verso una persona con cui il Papa ha condiviso per alcuni anni una quotidiana familiarita». E ancora: «Ora si attende un ravvedimento e si spera in premesse per atmosfera di serenità e per riprendere il cammino». Gabriele ha 46 anni, è sposato ed è padre di tre figli. Appena scarcerato è rientrato a casa.
Il gesto paterno del Papa conferma ancora una volta la volontà di chiudere nel modo più veloce possibile, e insieme serio, Vatileaks. Molto sta cambiando entro le mura leonine. E già il fatto che dell'indagine svolta dalla commissione cardinalizia sotto segreto pontificio non sia mai trapelato alcunché testimonia che la strada del maggiore rigore inizia a essere di casa almeno nei piani alti del palazzo apostolico. Benedetto XVI ha firmato la grazia anche per Claudio Sciarpelletti, il tecnico informatico condannato per favoreggiamento nella stessa inchiesta. Anche se Sciarpelletti aveva già ripreso il suo servizio subito dopo il processo e la lieve pena inflittagli (due mesi con sospensione condizionale). Il tecnico informatico ha però lasciato l'ufficio informazione della Segreteria di Stato per passare all'ufficio statistico dello stesso dicastero.
La visita del Papa a Gabriele ha fatto tornare alla mente la visita di Giovanni Paolo II ad Alì Agca, l'uomo che nel 1981 tentò di assassinare Papa Wojtyla. Un episodio ricordato ieri anche da padre Lombardi, che non ha dato dettagli certi sul futuro lavorativo di Gabriele. Difficile dire se la Santa Sede gli offrirà un lavoro in qualche distaccamento esterno o meno.

L'impressione è che si voglia in qualche misura aiutare l'ex maggiordomo a ricominciare una vita assieme alla sua famiglia a patto, ovviamente, del suo totale silenzio su tutta la vicenda.

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