Al Parlamento come al reality

Eccoli i parlamentari grillini. Disinvolti davanti alla telecamera, ma con la voce che trema di tanto in tanto. Un "presentatore" li chiama, in rigoroso ordine alfabetico. Come per l'appello da primo giorno di scuola, uno dopo l'altro gli eletti del MoVimento 5 Stelle sfilano "in cattedra" e si presentano agli italiani. Uno, due, tre. "Si preparino quelli con la C", scandisce lo speaker.

Loro arrivano, prendono il microfono, snocciolano il curriculum, le loro passioni e cosa vogliono fare una volta in Parlamento. Più che una panoramica su prossimi deputati e senatori sembra il provino per un reality show.

E, come ogni casting che si rispetti, tra inflessioni dialettali e linguaggio del corpo che tradisce inesperienza, non mancano gaffe e battute spiazzanti: "Porto la mia passione per la musica in Parlamento", "Sono disiscritto dalla Chiesa cattolica", "Sono vegano", "Mi auguro che tutti noi riusciamo a demolire il nostro ego". Da un momento all'altro ci si aspetta di sentire la voce fuoricampo della Gialappa's Band a commentare.

E intanto, a leggere gli status su Facebook degli eletti, sembra che oltre che a stare insieme siano diventati quasi la stessa cosa. Il meeting di ieri all'hotel Universo di Roma era a porte chiuse. Ma non era vietato parlarne. Peccato che tutti i grillini l'abbiano raccontato con le stesse, identiche, parole: "Il primo incontro del M5S si e' concluso. Si respirava un'aria senza precedenti...gente Normale unita verso un obiettivo comune: soddisfare la speranza di chi ci vede come l'ultima speranza. Abbiamo solo iniziato a porre le prime basi organizzative. Ci siamo scambiati informazioni e pareri sugli strumenti e le risorse a disposizione dei gruppi.

Nulla più", come si legge, per esempio, sulla pagina di Vito Crimi, Manlio Di Stefano, Paola Carinelli. Stessa solfa su Twitter. Certo, nel M5S "uno vale uno" e all'interno di un movimento politico i contenuti devono essere quantomeno simili. Ma ci auguriamo che almeno il modo di esprimerli sia personale.