Dopo la patente a punti arriva la patente a rate. A 14 anni quella per guidare il «cinquantino», il classico motorino, poi a 16 l'altra per lo scooter 125, a 18 la patente per l'auto, a 20 la moto. Il tutto in un dedalo di sigle e limiti: AM, A, A2, BE. Dimmi la lettera e saprò cosa guidi, a patto di aver mandato a memoria la nuova, intricatissima lista di licenze di guida in vigore dal 19 gennaio, secondo il solito mantra, «per adeguarci all'Europa».
La riforma che sta per sconvolgerci il portafoglio parte da lontano: dall'aprile 2011, quando fu varato la legge che importava in Italia la normativa europea. La novità principale è una patente vera e propria per il motorino, la AM: si potrà conseguire a 14 anni, come il patentino attuale, ma bisognerà superare un vero esame di guida, sia teorico che pratico. Ed è qui che i genitori cominceranno già a sentir squillare il solito campanello collegato al portafogli: i corsi scolastici gratuiti finora sufficienti a prendere il patentino scompariranno e, a meno di non voler tentare la lotteria dell'esame da privatista, bisognerà iscrivere l'adolescente a un vero e proprio corso di scuola guida. Uno scherzetto che, tra documenti e lezioni, potrebbe costare un nuovo salasso di qualche centinaio di euro.
Preparare meglio i nostri ragazzi? Di certo è un bene. Ma chissà perché in Italia queste riforme si traducono sempre in maggiori esborsi e pezzi di carta. La parola d'ordine è avere un certificato per tutto, mentre la pratica ha dimostrato che l'unico rimedio veramente efficace nel garantire maggiore sicurezza nelle strade è la capillarità dei controlli. L'autovelox piazzato «a sorpresa» e sporadicamente, per anni ha ingrassato le casse dei Comuni colpendo a casaccio chi si trovava a passare ma senza dimostrarsi un vero freno ai guidatori indisciplinati. Solo il Tutor, che ti dà la certezza di essere beccato, ha fatto calare il numero delle vittime. Invece qui c'è una sola certezza: tocca pagare.
Tutto il resto è in bilico. E non è un modo di dire: i nostri alacri legislatori, pur se imboccati dalle linee guida europee, hanno servito un boccone piuttosto indigesto ai poveri automobilisti già vessati da caro benzina, caro autostrade e caro multe. La normativa moltiplica i documenti che ci metteremo in tasca arrivando a prevedere 15 diversi livelli di patente, contro gli otto attuali: il doppio. Le novità principali riguardano moto e ciclomotori, per le quali sono previste licenze progressive, acquisibili man mano che si cresce in età ed esperienza, come si vede dalla tabella qui a fianco, ma c'è qualche variazione anche per quel che riguarda le altre categorie di veicoli.
In ogni caso si tratta di una giungla di sigle e regolamenti tali da far girare la testa pure a un vigile urbano, figurarsi al qualunque cittadino. Gli operatori del settore sono favorevoli a richiedere ai giovani una maggiore preparazione e c'è un generale plauso alla nuova normativa europea. Ma, neanche a dirlo, noi l'abbiamo copiata all'italiana. La legge è stata approvata nel 2011 prevedendo l'entrata in vigore il 19 gennaio 2013, ma nel frattempo altre novità (e la scoperta di alcuni errori nel testo) hanno reso necessario un decreto correttivo. A sette giorni dall'applicazione non è stato ancora pubblicato in Gazzetta.
Stefano Manzelli, direttore del portale poliziamunicipale.it, con competenza ha fatto le pulci alla norma e denuncia il disagio della polizia locale: «C'è molta confusione, gli operatori rischiano di non sapere quale testo applicare».
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