Patrimoniale, migranti e ius soli: così Schlein vira tutto a sinistra

Discorso di oltre un'ora per Elly Schlein all'assemblea costituente del Partito democratico: il segretario neo-eletto mette i paletti del suo lavoro

Patrimoniale, migranti e ius soli: così Schlein vira tutto a sinistra

Prima assemblea nazionale per il segretario del Pd Elly Schlein al centro congressi La Nuvola di Roma, dove c'è stata l'investitura ufficiale sua e del nuovo presidente Stefano Bonaccini. "Care tutte e cari tutti, grazie. Il primo ringraziamento va a chi si è impegnato per farci svolgere questo straordinario esercizio di democrazia, che unico partito in Italia svolgiamo, il congresso, le primarie", ha dichiarato il segretario subito dopo la proclamazione, ringraziando Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, che si sono contesi il ruolo fino alla fine. Nel suo discorso, poi, ha gettato la maschera del nuovo Partito democratico, interamente posizionato a sinistra tra patrimoniali, contrarietà alle autonomie differenziate, salario minimo, ius soli e apertura totale all'immigrazione.

"Io da sola non basto"

"Apriamo insieme una fase di collaborazione. Proseguiremo il percorso di innovazione e di apertura di Enrico Letta e quello di rinnovamento di Nicola Zingaretti", ha proseguto il segretario. Ovviamente, nel suo discorso, non è mancato un riferimento al governo democraticamente eletto a settembre: "Vogliamo essere un partito umile e utile di fronte alle risposte che sta dando il governo Meloni, il governo più a destra della storia repubblicana. Noi siamo altro". In un secondo passaggio ha aggiunto: "Io da sola non basto. Non ho mai creduta in un uomo solo la comando, né in una donna sola al comando. Adesso che ce n'è una a Palazzo Chigi, poi... Non ho l'ambizione di un vuoto nuovismo, che non mi è mai appartenuto. Serve la forza della comunità".

Con il tono di voce moralizzatore, Schlein ha aggiunto: "Questo congresso è servito a scegliere chi vogliamo rappresentare: vogliamo essere al fianco di quell'Italia che fatica, saremo con loro, perché possano alzare la testa e darsi strumenti di riscatto e giustizia sociale. Il dato di partecipazione alle primarie ci conforta ma non deve bastarci, dobbiamo tornare nei luoghi in cui facciamo più fatica a stare, dove le persone lavorano. Una cosa ho imparato in questi anni di impegno. Rimbocchiamoci le maniche e proviamo a essere il cambiamento che vogliamo attorno a noi".

"Salvaguardare il pluralismo"

Dopo la sconfitta alle elezioni politiche "molti mettevano in dubbio l'esistenza stessa del Partito democratico. E invece hanno perso la loro scommessa a scommettere contro il Pd. Siamo ancora qui, più forti e più uniti, e stiamo arrivando". Costruendo la narrazione di un partito popolare, che non sembra però delinearsi davvero all'orizzonte, il segretario si batte il pugno in petto: "Siamo al fianco di quell'Italia che fatica, siamo qui per loro". Ma nel contempo ha strizzato l'occhiolino agli altri partiti dell'opposizione: "Ci sono terreni comuni con le altre opposizioni. Abbiamo la responsabilità di esplorarli". Ha definisco "magnifica piazza" quella di Firenze, nonostante i cori vergognosi, sempre i soliti dagli anni Settanta.

Ma ha mandato un messaggio chiaro anche alle correnti: "Dobbiamo avere cura della comunità e tenerla unita. Dobbiamo riconoscerci negli occhi gli uni degli altri. Dobbiamo porre fine finalmente a conflittualità che sottraggono energie preziose a costruire l'alternativa alle destre che sono le peggiori d'Europa". Quindi, ha aggiunto: "Avere cura nostra della nostra comunità e tenerla insieme è il primo impegno che mi prendo oggi qui con voi. Bisogna tenere insieme coerenza con unità, salvaguardare il pluralismo ma senza rinunciare a una linea chiara, comprensibile. Non serve una resa dei conti identitaria, ma mettere a valore le nostre differenze, senza farci silenziare da esse, o farci rincorrere con compromessi al ribasso". E ha ammonito: "Anche dentro di noi abbiamo mali da estirpare, non vogliamo più vedere stranezze e cose irregolari sui tesseramenti, non vogliamo più vedere capi bastone e cacicchi vari. Su questo non sono disposta a cedere di un millimetro". Tutto questo dopo aver sventolato il risultato della campagna di affiliazione, che ha registrato 10mila iscritti dal momento della sua elezione.

La strumentalizzazione di Cutro

Quindi, Elly Schlein è tornata a puntare il dito contro il governo, strumentalizzando la tragedia di Cutro. "Abbiamo toccato con mano l'inumanità delle scelte di chi governa il paese. Siamo stati i primi a ricevere una informativa urgente a Piantedosi e non abbiamo ancora ricevuto rispetore. Nessuno ha ritenuto di rispondere, hanno fatto un consiglio dei ministri a Cutro chiusi dentro, senza nemmeno dare omaggio alle vittime e ai loro famigliari, come invece ha fatto il presidente Mattarella a cui vanno i nostri ringraziamenti per essere stato ancora una volta guida del Paese", ha detto il segretario, chiedendo "chiarezza". E insiste sul solito leitmotiv, nonostante siano già state fornite risposte: "Vogliamo sapere perchè non è stato attivato un evento di ricerca e soccorso in mare". Secondo il segretario, è necessario "smettere la guerra folle contro le Ong che stanno sopperendo alla mancanza di una Mare Nostrum europea, che è quella su cui dobbiamo continuare a insistere per evitare altre stragi".

Gli slogan da "Ultima generazione"

Il segretario, in modo indiretto, ha dato la copertura politica a Ultima generazione e alle azioni vandaliche contor monumenti e opere d'arte: "Non abbiamo più tempo.

Ha ragione la mobilitazione di chi chiede nelle piazze di agire con urgenza contro l'emergenza climatica. Dobbiamo essere in prima linea per una legge contro il consumo di suolo, abbiamo cementificato troppo. Serve un grande piano industriale verde, investire nella trasformazione ecologica".

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