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Pattugliatori, fregate e elicotteri: la task force per il Mediterraneo

Le forze schierate per la missione nel Mediterraneo: cinque navi, sei elicotteri, quattro motovedette. E ancora: due aerei P-180 con tecnologia per la visione notturna. Ma quanto ci costerà?

Pattugliatori, fregate e elicotteri: la task force per il Mediterraneo

Navi più grandi, maggiore numero di mezzi e uomini schierati, nuove risorse come i droni: sono queste le strade esplorate in queste ore dal ministero della Difesa per il potenziamento della "missione" italiana nel Mediterraneo per fronteggiare le ondate dei disperati del mare, un dispositivo di ricerca e soccorso già implementato nel tempo, tanto che rispetto ad un anno fa la Marina Militare ha inviato tre navi anziché una. "Stiamo lavorando agli ultimi dettagli. Fra lunedì e martedì dovrebbe essere tutto pronto. Sarà un’iniziativa tutta italiana che si aggiungerà a quelle già messe in campo a livello europeo, come Frontex", ha detto il il ministro della Difesa Mario Mauro in una intervista ad Avvenire.

Mauro è impegnato, con lo stato maggiore della Difesa, nel mettere a punto la missione militare umanitaria annunciata in serata dal premier Enrico Letta e ha spiega così i motivi della decisione. "Il Consiglio Ue del 24-25 ottobre si avvicina e vogliamo far capire chiaramente all’Europa che intendiamo avere voce in capitolo - ha spiegato - non vogliamo disimpegnarci, ma impegnarci di più". In questo modo, il governo punta a chiedere all'Unione europea di procedere allo stesso modo. Il titolare della Difesa punta, infatti, a triplicare la presenza italiana, in termini di uomini e mezzi, nell’area sud del Mediterraneo. Una missione militare-umanitaria con lo scopo di contenere la crisi dovuta in parte alla situazione di "non Stato" in cui si trova la Libia. Ad oggi sono impiegate tre navi della Marina Militare: il Libra, un pattugliatore lungo circa 80 metri e con equipaggio di 80 uomini; il pattugliatore Cassiopea, 81 metri e 80 uomini; la fregata Espero, lunga 123 metri con una dislocamento quasi doppio rispetto alle altre due navi e 250 uomini a bordo. Queste navi svolgono un’azione di pattugliamento utilizzando a supporto due elicotteri, che si trovano a bordo delle stesse navi, in particolare i pattugliatori, e altri due che provengono dalla base di Catania. Al dispositivo della Marina Militare si aggiungono le dotazioni della Capitaneria di porto di Lampedusa, quattro motovedette, e della Guardia di Finanza, due navi e un altro paio di elicotteri. Inoltre, la Marina garantisce già la vigilanza di due aerei P-180 con tecnologia per la visione notturna. Al dispositivo militare contribuiscono inoltre gli aerei Atlantic schierati nella base di Sigonella, un assetto interforze che coinvolge sia la Marina sia l’Aeronautica, per il pattugliamento. Tra gli obiettivi del ministero della Difesa c’è il rafforzamento del Dism, una "cabina di regia radar" dislocata nelle vicinanze di Roma, per monitorare i movimenti di imbarcazioni, grandi e piccole, in navigazione nel Mediterraneo.

Domani pomeriggio il premier Enrico Letta presiederà un vertice di governo a Palazzo Chigi per la missione militare umanitaria nel Mediterraneo. Sull’aumento dello spiegamento, Mauro ha spiegato che il ministero della Difesa e l'esecutivo stanno vagliando diverse ipotesi. "Potrebbero essere messe in campo più imbarcazioni, oppure di stazza maggiore - ha spiegato il ministro - serve un’azione imponente per evitare i naufragi in alto mare". Sui costi, l'esponente di Scelta civica ha detto che non si conoscono "ancora non con esattezza, ma si sta ragionando per far sì che non sia un costo eccessivo e si possano prevedere le doverose coperture".

"Il problema - ha concluso Mauro - non è quanto costa: è necessario farlo, per affrontare l’emergenza umanitaria in atto".

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