L'assemblea nazionale di sabato ha mostrato un Pd con molte divisioni al proprio interno: sia sui temi etici (contro la linea soft sui diritti alle coppie gay c'è chi, con sdegno, ha restituito la tessera), sia sulle primarie (Bersani ha detto che si faranno entro fine anno, ma con le regole da stabilire con gli alleati). Un disagio difficile da nascondere, evidenziato da tutti i giornali. Movimento 5 Stelle e Idv ne hanno approfittato per affondare il colpo su Bersani. Beppe Grillo ha detto che "fa schifo negare diritti sacrosanti per un pugno di voti". Poi ha preso di mira il bersaglio grosso, Rosy Bindi (duramente contestata dai pro gay) e ha sparato a zero su di lei: "Lei problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti". Antonio Di Pietro, solo apparentemente più morbido, ha bacchettato il Pd sottolineando che la battaglia sui diritti della persona dovrebbe essere trasversale e condivisa da tutti, laici e cattolici.
Ma la polemica non si placa. Oggi Bersani risponde a Grillo: "Le sue parole nei confronti di Rosy Bindi sono indecenti, sono il segno di un maschilismo e di una volgarità di cui pensavamo avesse dato miglior prova Berlusconi, ma evidentemente al peggio non c’è limite".
Con il Pd in piena bagarre sui temi etici, prova a fare ordine - e chiarezza - il leader dell'Udc Pierferdinando Casini. In un'intervista al Quotidiano nazionale osserva che "su temi eticamente sensibili non si creeranno alleanze politiche". Senza troppi giri di parole consiglia ai democratici di lasciar perdere. "I parlamentari - prosegue - devono essere liberi di esprimersi secondo coscienza". E va avanti: "Giusto riconoscere diritti alle coppie conviventi, ma per noi è impossibile parlare di matrimoni gay. Su questo non sono previsti cambi di rotta né oggi né domani. Nel Pd - osserva il leader centrista - sono presenti due anime. Se prevarrà quella riformista ed europea la sinistra potrà essere utile all’Italia. Se rimarranno aggrappati al radicalismo e al neo populismo di sinistra, perderanno un’occasione storica. Bersani si sta sforzando di tenere insieme il partito, ma molto resta ancora da fare".
E per quanto riguarda le future alleanze in vista delle elezioni, come si pone Casini? "Noi vogliamo essere il seme di una forza di responsabilità e di coesione nazionale - chiarisce Casini -. Chi sostiene il governo Monti interloquirà con noi, gli altri per me possono andare dove vogliono". Il messaggio di apertura, dunque, è rivolto più che altro a Bersani. Quanto a Vendola e Di Pietro il leader dell'Udc ribadisce il proprio no: "Io parlerò con il Pd - puntualizza il leader dell’Udc - come fino a ieri mi sono sforzato di parlare con il Pdl. Vendola e Di Pietro non rientrano in questo discorso. Vendola poi vedo che preferisce Casarini a me, quindi forse sono più io un problema per lui che lui per me". Niente di nuovo, dunque, sotto il sole.
Resta da vedere come andrà a finire, in seno ai democratici, la querelle sui diritti civili dei gay. Non è il primo punto nell'agenda politica del Paese. Però, a ben vedere, potrebbe far saltare le alleanze e, quindi, determinare l'esito delle elezioni.
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