"Siamo pronti a discutere con gli alleati di governo un patto alla tedesca, ovviamente le riforme istituzionali si fanno con tutti quelli che ci vogliono stare se poi qualcuno si vuol tirare indietro il tema non si pone". Durante l'appuntamento #matteorisponde su Twitter, il segretario Pd Matteo Renzi è tornato a mettere le riforme al centro del dibattito politico. In prima istanza c'è la legge elettorale da riscrivere. "Il punto è se c’è la volontà politica per una legge maggioritaria che garantisca alternanza e che dia governabilità", ha detto il sindaco di Firenze ricordando che il parlamento "ha tutti i titoli per intervenire" sulla Costituzione. "Chi dice il contrario punta all’immobilismo - ha aggiunto - noi dobbiamo cambiare".
Per fare le riforme Renzi guarda ancora al Movimento 5 Stelle. Nonostante lo schiaffo ricevuto da Beppe Grillo nei giorni scorsi, il neo segretario del Pd ci riprova a sedurre i grillini per tenere in vita il governo Letta quel tanto che basta per mettere a punto la riforma della legge elettorale. "Ai Cinque Stellle non faccio una proposta di scambio - ha spiegato - chiedo di firmare per un risparmio di un miliardo, è una gigantesca occasione, che si può cogliere firmando la proposta Pd al Senato per farne una Camera delle Autonomie. Sennò mi viene il dubbio che si voglia solo fare polemica con il Pd e non i risparmi". E ha aggiunto: "La legge elettorale si può fare non necessariamente con i partiti della coalizione, meglio farla con il più ampio schieramento possibile perchè sono le regole del gioco ed è meglio farle tutti insieme". Rilanciando il taglio di un miliardo di euro ai costi della politica, Renzi ha quindi allontanato l'ipotesi di una patrimoniale, almeno nell'immediato. "Chiedere un contributo a chi ha di più non è sbagliato - ha spiegato - ma prima bisogna partire dai costi della politica".
Per quanto riguarda i rapporti con il premier Enrico Letta, Renzi ha ribadito per l'ennesima volta che è disposto a sostenerlo finché si parla di riforme. "Dal punto di vista personale converrebbe la scelta di spaccare tutto e andare alle elezioni ma non si fa politica perché si ha un interesse personale, quello viene dopo - ha puntualizzato - l'ambizione viene messa da parte e l’interesse personale e comunitario è che l’Italia torni a correre, oggi ci sono le condizioni perchè si facciano alcune cose prima. L’Italia può cambiare e noi aiuteremo il governo a farlo". Proprio per questo, per quanto riguarda le misure sul lavoro, ha chiesto al governo di mettere a punto un piano a trecentosessanta gradi.
Un piano che, però, deve essere collimare con quello steso dal Partito democratico. "Partiamo da noi e non dalla Cgil che fa un altro mestiere - ha continuato - ci confrontiamo con tutti ma noi siamo il Pd non la Cgil che fa un altro mesiere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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