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Il Pd alza il tiro: "Voteremo la decadenza". Il Pdl: "Se il Cav decade, Letta va a casa"

Vertice del Pdl al Senato. Matteoli: "Se decade Berlusconi, cade il governo". E Schifani mette in guardia il dem: "La crisi dipende solo da loro". Ma il Pd vuole lo scontro a tutto i costi: "È un problema loro". La Giunta per le Immunità non trova l'intesa sul calendario

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, con il vicepremier Angelino Alfano
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, con il vicepremier Angelino Alfano

Il voto della Giunta del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore torna a far tremare il governo. A rimettere in discussione la prosecuzione dell’esecutivo guidato da Enrico Letta è Renato Schifani che prima si è appellato al suo successore a Palazzo Madama perché rimuova i membri "chiacchieroni" della Giunta per le immunità e, una volta incassato il non possumus di Grasso, ha avvertito che un voto politico in Giunta renderebbe impossibile proseguire sulla strada della "convivenza" nel governo. Ai democrat si è rivolto anche il segretario del Pdl Angelino Alfano invitandoli a chiarire se ritengano valido il principio della irretroattività della legge Severino. Ma da via del Nazareno non è arrivato alcun cambio di rotta. "È possibile interrompere questa serie continua di minacce quotidiane di crisi che riempiono i giornali, preoccupano i mercati e danneggiano il peso e l’immagine dell’Italia sui tavoli internazionali?", ha chiesto il ministro per i Rapporti con il parlamento Dario Franceschini.

Il Pdl non vuole la crisi di governo, anche se è pronto ad ogni eventualità. "Dipende tutto dal Pd...", ha spiegato lo stesso Schifani al termine della assemblea dl gruppo del Pdl di Palazzo Madama che oggi pomeriggio si è riunito per mettere a tema le strategie da adottare. Al vertice non hanno partecipato né Alfano né il Cavaliere. Secondo fonti vicine a Palazzo Grazioli, infatti, Berlusconi non dovrebbe rientrare a Roma prima di domani. "Chiediamo al Pd risposte precise - ha tuonato Altero Matteoli lasciando la riunione del gruppo Pdl al Senato - se arriveranno risposte chiare il governo può andare avanti, altrimenti non possiamo più stare insieme". Ma il Pd non vuole sentire ragioni ed è pronto ad andare allo scronto. "Noi voteremo la decadenza, non barattiamo la legalità con la stabilità politica - ha avvertito Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd - ma il governo Letta ha ancora lavoro da fare. Se il Pdl lo fa cadere se ne assuma le responsabilità". Una vera e propria dichiarazione di guerra che nemmeno i toni distensivi di Schifani riescono a smorzare. Dagli interventi degli esponenti piddì appare chiaro che l'obiettivo è lo scontro definitivo. "Evidentemente nel Pdl sono sordi e ciechi - ha ribadito Leva - è dunque il Pdl che deve porsi il problema...". Un problema che, col passare delle ore, rischia di far cadere Letta.

Mentre la politica si divide sulla letteratura giuridica legata alla decadenza da senatore, l’ufficio di presidenza della Giunta si è riunito per stilare il calendario dei lavori. "Non si è trovato l’accordo", ha riferito Enrico Buemi al termine dell'incontro. A questo punto la giunta si riunirà lunedì alle 15. I commissari sentiranno relazione di Augello. Poi sarà un nuovo ufficio di presidenza o la Giunta stessa a decidere il calendario. Dal momento che in ufficio di presidenza non c’è stata l’unanimità, il calendario sarà deciso e votato direttamente lunedì prossimo. Negli ultimi giorni non hanno certo aiutato a distendere gli animi le parole del presidente della Giunta Dario Stefano che, giusto ieri, ha assicurato che la decadenza sarà esaminata e votata in tempi brevi, "senza scappatoie elusive". E non ha nascosto la possibile necessità che sia sostituito qualche membro della giunta.

"Le continue dichiarazioni di Stefano, sia sui tempi dei lavori della Giunta che sul merito delle sue decisioni, ci preoccupano non poco", ha chiosato Schifani.

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