Il Pdl mette in guardia Casini «Se vai con Sel fuori dal Ppe»

Roma«Casini con Vendola? Chiederemo la sua espulsione dal Ppe». Le spericolate alleanze che si vanno prefigurando nel centrosinistra, con l'Udc possibile alleato di Sel, scatenano gli strali polemici del Pdl.
Non ci sono solo le perplessità per il nuovo minestrone politico dai sapori inconciliabili ad attizzare le polemiche, né l'inevitabile stravolgimento dell'identità e dei valori di un partito «cattolico». C'è anche e soprattutto la questione della comune appartenenza alla famiglia del Partito Popolare Europeo, questione che senza mezzi termini viene sollevata da dirigenti di primo piano come Maurizio Lupi e Mario Mauro.
«Vedo che l'amico Casini resta prudentemente in silenzio, forse l'ipotesi di un'alleanza con Vendola ha spiazzato anche lui. Di certo mettere insieme Sel e Udc è quantomeno bizzarro», commenta Lupi. «Casini difficilmente può dimenticare che il suo partito fa parte della famiglia del Ppe i cui valori sono l'esatto opposto di quelli di Vendola», aggiunge. «Un accordo Casini-Vendola, quindi, configurerebbe causa certa di esclusione dal Ppe. E il Pdl, se necessario, non mancherà di chiedere l'espulsione dell'Udc», conclude Lupi. Gli fa eco, entrando più nei dettagli, Mario Mauro. «Se Casini si allea con Vendola chiederò immediatamente al Ppe di valutare l'espulsione dell'Udc», annuncia ad Avvenire. «Sono pronto a formalizzare la richiesta ai vertici del Ppe. A scrivere a Martens e a Barroso. Io ancora voglio capire, ancora non ci voglio credere: Pier non può fare questa pazzia, non può stringere un patto con la forza più anti-europeista oggi in Italia. Poi, se sarà così, c'è un bureau del Ppe a Firenze il 6 settembre: lì verrà aperto il problema politico e il Ppe dovrà pronunciarsi. Vendola proverebbe a imporre una retromarcia su pensioni, lavoro, fiscal compact, farebbe volare lo spread e condannerebbe l'Italia al fallimento». All'affondo replica Rocco Buttiglione: «L'Udc sta a pieno diritto nel Ppe e non si farà sfrattare. Il Ppe non è una proprietà del Pdl, noi ci stavamo prima di loro e ci saremo anche dopo che il loro partito sarà scomparso».
Al di là delle polemiche sulle alleanze, il Pdl continua a lavorare sulla leadership. Con Angelino Alfano che spinge Silvio Berlusconi a ricandidarsi. «Non ha ancora sciolto la riserva» spiega, ospite di radio Anch'io. «Facciamo appello al suo amore per l'Italia e al senso di responsabilità per il soggetto che ha fondato.
C'è una reiterata insistenza, me in testa, verso Berlusconi perché faccia l'annuncio, affinché si candidi per nuova stagione di premiership». Alfano ribadisce che fare le primarie con Berlusconi in campo sarebbe «ipocrita e inutile». A una domanda sulla possibilità di una discesa in campo tra i moderati di personalità come Corrado Passera o Luca Cordero di Montezemolo, concede un convinto via libera: «Bene nel campo moderato la discesa di chiunque contrasti la ricetta economica della sinistra, sia alternativo e contro le tasse». Infine, mette un punto sulla grande coalizione.

«Sceglieranno gli elettori al termine di una gara di idee e di proposte che vedrà protagonista anche il mio partito. Non ho mai visto nessuna squadra giocare la finale per pareggiarla, perché la finale si disputa per vincerla».

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