Perché la sinistra non può scagliare la prima pietra

Se il Cav finisse in galera, qualche problema sorge­rebbe per Enrico Letta e anche per il Pd

Perché la sinistra non può scagliare la prima pietra

Al ministro Maurizio Lupi, reo di aver detto alla radio che «anche il Pd deve prendersi le sue responsabilità», tira le orecchie Michele Serra nella propria rubrica quotidiana ( L’amaca ) su Repubblica , po­nendogli, fra l’altro,un quesito retorico.Che rias­sumo: è il Pd o il Pdl a ritrovarsi con un leader con­dannato definitivamente per frode fiscale? Ov­vio, è il Pdl. Sul punto ha ragione Serra. Al quale però ricordiamo un dettaglio: il condannato in questione, e cioè Silvio Berlusconi, è il capo del partito che, insieme con Pd e Scelta civica, costi­tuisce la maggioranza di governo. Pertanto, se questi finisse in galera, qualche problema sorge­rebbe non solo per Lupi, ma anche per il presi­dente del Consiglio, Enrico Letta, che se non sba­glio è un democratico.
Il rischio sarebbe il seguente. L’alleato Pdl, non sentendosi appoggiato dall’alleato Pd in una fase drammatica come sarebbe quella del­l’arresto del Cavaliere, forse non avrebbe più tanta voglia di continuare la collaborazione per so­stenere l’esecutivo. È pur vero che morto un papa se ne fa un altro, figuria­moci un premier, transeunte quant’al­tri mai. Però non si può dire che priva­re della libertà Berlusconi sia una fac­cenda di cui i progressisti possano di­sinteressarsi, quasi si trattasse di ordi­naria amministrazione giudiziaria.

Immagino che Serra abbia seguito la politica negli ultimi vent’anni e si sia reso conto che la destra, in particolare il suo leader, abbia avuto molte più gra­ne della sinistra. La quale sarà moral­mente e culturalmente superiore ( tale almeno si considera), ma non ci ha mai spiegato come abbia fatto a cavar­sela sempre a poco prezzo, anche quando pareva sommersa dai guai. Qualche esempio. Ai tempi di Tangen­topoli e Mani pulite, Antonio Di Pie­tro mi disse personalmente che tutti i partiti erano coinvolti in eguale misu­ra nello scandalo e che le indagini avrebbero fatto chiarezza senza ri­sparmiare nessuno. Obiettai che fino a quel momento comunisti e postco­munisti nonché democristiani di sini­stra non risultavano sotto inchiesta. Al che l’allora Pm rispose:calma,arri­veremo a colpire anche quelli, dato che non ne hanno combinate meno degli altri. Ne fui rassicurato e attesi, fi­ducioso, sviluppi. Invano. Mentre il pentapartito venne sbaragliato, e i suoi leader processati e condannati, il Pds andò al governo. Un trattamento di favore? Non so. Ma so che Di Pietro aveva promesso ben altro: non farò di­stinzioni.
Recentemente l’ex magistrato, in un’intervista al Corriere della Sera , ha dichiarato: il suicidio di Raul Gardini mi ha impedito di accertare in quali ta­sche fosse finita la stecca di un miliar­do di lire (tangente Enimont) giunta a Botteghe Oscure e poi misteriosamen­te scomparsa. Chiedo a Serra, uomo spiritoso: non ti scappa da ridere al­l’idea che tanti quattrini siano entrati nel Bottegone e poi si siano volatilizza­ti? Possibile che il famoso pool di Ma­ni pulite si sia un po’ disunito proprio quando aveva l’opportunità di mette­re in difficoltà i compagni?
Sorvoliamo sulla circostanza che nel 1997 Di Pietro fu eletto deputato nelle liste della Quercia. Un caso? Non lo escludo. Però è duro da digeri­re senza l’Alka Seltzer. Sorvoliamo an­che sulla storia di Primo Greganti. Sor­voliamo perfino su Filippo Penati.

Ma a te non è mai venuto il sospetto che esistano sul serio toghe non dico ros­se, ma leggermente abbagliate dal ros­so? Non ti è mai venuto il retropensie­ro, nell’intimo della tua cameretta, che la giustizia talora si sia impegnata con slancio speciale per stroncare (lo chiamano accanimento giudiziario) Berlusconi, e che la sinistra abbia evi­tato con cura di reclamare perché, tut­to sommato, le faceva comodo sbaraz­zarsi di un avversario ostico da batte­re alle urne?
Caro Michele, te lo domando senza spirito polemico, come avrai notato dalla mia insolita pacatezza. Sono convinto che, se non pubblicamente, dentro di te converrai: i miei dubbi non sono completamente infondati.

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