Il piano A di Berlusconi: dopo le elezioni riunire il centrodestra

Il leader vede le politiche "tra un anno" e pensa a riaggregare l'area moderata. Sul partito l'incognita delle preferenze: giovedì ufficio di presidenza per l'analisi

Il piano A di Berlusconi: dopo le elezioni riunire il centrodestra

L'ennesima maratona elettorale di Silvio Berlusconi finisce che è quasi notte, collegato al telefono con la piazza principale della piccola Venafro, una cittadina del Molise che conta a malapena diecimila abitanti. Sono le undici passate e il fatto che il leader di Forza Italia arrivi a ridosso del silenzio elettorale (scattato alla mezzanotte di ieri) pur di portare a casa una manciata di voti in più è il segno di quanto si sia speso per queste Europee. Come diceva nel pomeriggio a un parlamentare azzurro, «ho fatto davvero tutto il possibile».

Un Berlusconi che oggi sarà alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone per i servizi sociali e che poi tirerà il fiato in attesa del responso delle urne. Anche se, è il senso dei ragionamenti che va facendo l'ex premier ormai da qualche giorno, «da lunedì si ricomincia», con l'obiettivo di lavorare in vista delle prossime elezioni politiche che il leader di Forza Italia vede vicine. «Entro un anno, un anno e mezzo al massimo», ha detto in chiaro più volte. Ma anche prima, magari ad ottobre, se dopodomani il risultato delle urne dovesse riservare sorprese su più fronti. Perché il voto potrebbe aprire scenari imprevedibili e, soprattutto, incontrollabili. Tutti discorsi e ragionamenti da fare però lunedì, a bocce ferme.

Per il momento l'ex premier si limita a teorizzare che queste elezioni non potranno non incidere sulla tenuta del governo, tanto che al comizio di chiusura della campagna elettorale a Milano dice chiaramente che «il voto non è importante solo per l'Europa ma anche per il nostro futuro in Italia». Futuro nel quale Berlusconi vede il ritorno alle urne a breve, immaginando una riaggregazione di tutta l'area del centrodestra. Alle politiche del 2013, d'altra parte, il centrosinistra è arrivato al 29,5 con il Pdl e i suoi alleati che si sono fermati al 29,1, relegando il M5S al terzo posto. Con il sistema proporzionale delle europee, invece, Beppe Grillo gioca addirittura per arrivare primo.

È per questo, per impedire quella che l'ex premier definisce una «deriva pericolosa per la democrazia», che il leader di Forza Italia già guarda avanti. E non esclude un percorso di riavvicinamento delle diverse anime del centrodestra, non solo il Ncd di Angelino Alfano (in quest'ottica sarà importante vedere anche il loro risultato, dopo tre mesi di governo con il Pd) ma anche Fratelli d'Italia e La Destra. Sarà un caso, ma martedì Giulio Tremonti è tornato a riunire in Senato l'Officina, quel laboratorio di idee che favorì la vittoria del centrodestra nel 2001. Un convegno sull'Europa, quello organizzato a Palazzo Madama. Cui hanno partecipato esponenti di spicco di Forza Italia (Paolo Romani e Augusto Minzolini), di Ncd (Luigi Casero e Maurizio Sacconi), di FdI (Ignazio La Russa) e pure della Lega (Giancarlo Giorgetti).

Un Berlusconi consapevole che le elezioni di domani potrebbero relegare Forza Italia a terza forza e che per questo vuole ripartire subito. D'altra parte, dice Minzolini, «da queste elezioni arriverà l'indicazione chiara che gli elettori, di qualunque partito, non amano l'ambiguità ma vogliono chiarezza, soprattutto se la situazione è confusa». Anche un eventuale riavvicinamento dei partiti di centrodestra, dunque, passerebbe per una scelta di chiarezza (rispetto al governo Renzi, ovviamente). Con due corollari: il via libera a primarie vere e il diritto di cittadinanza per tutti (nel senso che dovrebbero essere messi da parte i dissidi, non solo politici ma anche personali, dell'ultimo anno).

Un progetto complesso, anche perché Forza Italia sta vivendo una stagione agitata e da lunedì è probabile che ci siano degli smottamenti interni di non poco conto.

Quando dopo il voto le diverse anime si andranno a contare, infatti, quasi certamente Raffaele Fitto sarà il primo degli eletti azzurri con oltre 150mila preferenze e una percentuale per Forza Italia che al Sud sarà di 4-5 punti superiore a quelle di Nord Ovest e Nord Est. Una cosa che difficilmente non avrà conseguenze. Si capirà già giovedì, quando è in calendario l'Ufficio di presidenza di Forza Italia convocato proprio per l'analisi del voto.

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