La televisione è la nuova trincea del capogruppo alla Camera del Pdl Renato Brunetta. Il suo primo campo d'azione. Non passa giorno che non escogiti qualcosa, una nuova pensata. Quella di ieri, affidata ad un articolo sul Foglio, è addirittura «un'idea grandiosa», tipo «Occupy Santoro oppure Occupy Fazio eccetera». «Qualcosa di situazionista e anarchico», scrive il capo dei deputati pidiellini, «ma basato sulla legalità contro l'illegalità di chi si chiama Servizio pubblico». Andando al sodo, è l'esercizio del vecchio diritto di replica, tutelato dal decreto legislativo del 31 luglio 2005, successivamente aggiornato il 15 marzo 2010 dal «Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici». Il tutto rivisitato da Brunetta con formule e linguaggio degli indignados e della protesta 2.0. L'obiettivo è ottenere stesso spazio e stessa collocazione per le repliche di quei cittadini che si sentissero diffamati da Michele Santoro. Oppure maltrattati da Fabio Fazio. Le nuove Brunetta obsession, le ha ribattezzate il sito Dagospia. All'articolo 32-quinques comma 3 del testo unico succitato «si stabilisce identità di fascia oraria e medesimo rilievo», sottolinea Brunetta. Per chi facesse finta di non capire: «Rilievo identico vuol dire: stesso spazio».
Nei giornali già accade. Chi si sente diffamato o vittima di un'informazione imprecisa invia al direttore una rettifica chiedendone la pubblicazione secondo le norme della legge sulla stampa. Che spesso avviene nella pagina delle lettere. In televisione si assiste di rado a una correzione di un servizio sbagliato della puntata precedente. Lo fa Milena Gabanelli, pochissimi altri. «Occupy Santoro oppure Occupy Fazio» vuole instaurare in grande questa abitudine sulla scorta del caso esploso nel penultimo Servizio pubblico con l'intervista a Michelle Bonev. Ma insiste sulla collocazione paritaria nei palinsesti. Oltre al «diritto di dar causa penale o civile da parte della signora Francesca Pascale o di Silvio Berlusconi, c'è anche quello di rettifica», argomenta Brunetta. Ma «non una parolina buttata lì alla fine con spirito di patata e la faccia da lampascione, ma una presenza seria capace di replica, nel rilievo e con lo spazio identico. La legge non dice che dev'essere durante la medesima trasmissione. Santoro può rifiutarsi, dunque, e La7 proporre uno spazio ritenuto equipollente, magari il mercoledì», concede il capogruppo Pdl. «Ma noi riteniamo che questo sia penalizzante e non rispetti la legge, perché nulla ha rilievo a La7, quanto a share, audience, seguito eccetera quanto Servizio pubblico. Anzi la rettifica per essere davvero adeguata deve essere pronunziata da delegati della parte offesa, avendo al fianco, come testimonial silenti, Santoro e Travaglio», esagera Brunetta. «Oppure - in un altro caso, ad esempio quello di Maradona che fa il gesto dell'ombrello a Equitalia - Fazio e la Littizzetto, miracolosamente muti e senza smorfiette da parrocchietta».
Chissà, magari anche il diritto di replica può fare audience. Fazio se lo dovrebbe ricordare.
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