Districarsi nel risiko immobiliare di Antonio Di Pietro da Curno a Bruxelles, passando per Bergamo, Montenero di Bisaccia e Roma, non è facile, né tantomeno è semplice capire come ha fatto lex pm a spendere 4 milioni di euro tra il 2002 e il 2008 per comprare e rivendere nove immobili come una società di real estate attraverso la società di famiglia, la famosa An.to.cri. e i soldi del finanziamento pubblico destinati al partito ma gestiti dallassociazione Italia dei Valori di cui Di Pietro è saldamente il sovrano assoluto.
Il caso più interessante è limmobile dellInail di 178 metri quadri comprato a un prezzo stracciato, meno di 210mila euro. Si tratta di un appartamento in via Locatelli 29 (terzo piano, interno 12) a Bergamo, acquistato per una miseria grazie alle cartolarizzazioni (la vendita di immobili di proprietà per fare cassa) dellente previdenziale. Peccato che qualche anno prima Di Pietro, come ha già documentato il Giornale, aveva presentato un disegno di legge (numero 3555, lui unico firmatario) finalizzato a sfruttare il patrimonio Inail a favore degli invalidi dal lavoro, contro una dismissione selvaggia che avrebbe gonfiato le casse dellente ma lasciato senza un tetto chi ne aveva bisogno. Poi cambiò idea. Forse perché (siamo nel 2004) lInail aveva messo allasta un immobile che a lui faceva gola. Forse per non far brutta figura ecco lidea: un prestanome. Non un signor nessuno, bensì Claudio Belotti: compagno della tesoriera dellItalia dei Valori, Silvana Mura e membro del Cda (come la Mura) della famosa An.to.cri della famiglia Di Pietro.
Allasta bandita dalla società Scip-Inail Belotti offre 204.085 euro, come cauzione ne deposita 20mila e rotti, il 10%. Il Tar di Brescia (ordinanza 1884/2004) boccia la proposta e assegna lappartamento alla Bergamo House Unipersonale Srl, seconda aggiudicataria. Belotti fa ricorso al Consiglio di Stato. Alludienza dell11 gennaio 2005 non si presenta nessuno. Né il vincitore della casa, né lInail né lAvvocatura di Stato. Reclamo accolto e casa aggiudicata a Belotti.
Ma forse sarebbe dovuta andare diversamente, se solo il giudice fosse stato a conoscenza dellescamotage che avrebbe «consegnato» di lì a poco limmobile al Di Pietro appena rieletto parlamentare, e dunque amministratore pubblico. La legge è chiara: larticolo 1471 del codice civile recita: «Non possono essere compratori, nemmeno allasta pubblica, né direttamente né per interposta persona, gli amministratori dei beni dello Stato». L11 aprile 2006 (Di Pietro è deputato da un giorno), latto di compravendita non era ancora stato trascritto sui registri pubblici immobiliari. Sarebbe bastato un semplice controllo per verificare che allatto dellacquisto, essendo la società An.to.cri riconducibile allex pm nuovamente deputato, la compravendita andava annullata. Visto che anche al momento di stipulare latto è pure Di Pietro che paga, con cinque assegni. Non Belotti, che pure tanto si era battuto per tutelare i suoi interessi.
Oltre allimmobile comprato a un prezzo scontatissimo dallInail, lex pm a Bergamo ha trovato casa per i suoi figli: 190 metri quadri in via dei Partigiani, più un immobile e un altro piccolo appartamento di 48 mq (entrambi comprati formalmente dalla moglie) in via Pradello, 27. A Milano, in via Felice Casati, Di Pietro possiede un appartamento di 190 metri quadri, acquistato nel 2004 per 620mila euro dalla società An.to.cri. E sempre nel capoluogo lombardo lex pm ha comprato due anni fa un appartamento di 60 mq alla figlia in piazza Dergano. Labitazione da 300 metri quadrati a Busto Arsizio è stata girata al partito. Anche a Bruxelles, durante il suo mandato da europarlamentare, il leader Idv ha pensato di fare un altro affare, acquistando un bilocale per una cifra mai resa nota.
Dal Belgio ci si sposta in Bulgaria, dove lex alleato di Veltroni si è messo a fare business attraverso la società Suko, costituita a Varna e di cui Di Pietro è socio al 50%. A Roma Di Pietro ha comprato nel 2002 un elegante quarto piano in via Merulana: otto vani, per un totale di 180 metri quadrati, pagato circa 650mila euro. Limmobile di dieci vani (da 190 metri quadrati) in via Principe Eugenio a Roma è stata - stando al bilancio 2005 dellIdv - anche la sede nazionale di rappresentanza politica del partito, fino al giorno prima ubicata in via dei Prefetti 17.
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