Roma - Addio cembali e chitarre, megastriscioni o canti a gran voce. In piazza né slogan né ritornelli in coro. Il popolo di Giovanni Paolo II e di Roncalli - con un'età media più alta rispetto ai megaraduni wojtyliani - mostra uno stile sempre più sobrio e raccolto, anche per seguire le indicazioni di Papa Bergoglio che in più occasioni ha invitato i pellegrini a ritornare al cuore della fede: meditazione, preghiera, adorazione; 800mila i fedeli provenienti da tutto il mondo - di cui 500mila intorno alla zona di piazza San Pietro e via della Conciliazione - per la messa di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. C'era grande attesa su come il lungo serpentone umano avrebbe vissuto la prima canonizzazione presieduta dal Papa argentino. La «generazione Wojtyla», con gruppi di papaboys che imbracciando chitarra e tamburelli animavano le strade della città, ha lasciato il posto a una maggiore intimità nell'espressione della fede. La lunga notte di preghiera nel centro della Capitale è stato un primo assaggio. A Sant'Andrea della Valle si è recitato il rosario, dedicandolo ai due nuovi santi, mentre nella chiesa di San Giovanni Battista de Fiorentini ad animare c'era il movimento di Nuovi Orizzonti, che alternava meditazione e preghiere con alcuni canti.
Altra conferma è arrivata dalla Chiesa di Santo Spirito in Sassia, dove l'adorazione è stata interamente personale e silenziosa. Durante la notte pochi i canti e l'animazione in piazza. Una sobrietà che ha trovato conferma nella cerimonia di ieri mattina. Rare le interruzioni per gli applausi (solamente due nell'omelia del Papa); più continui i momenti di raccoglimento e meditazione. L'ovazione è scattata, ma era inevitabile, quando Papa Francesco ha accolto la proclamazione dei due nuovi santi. Un lungo applauso e grida di giubilo da parte di tutta piazza. Sul sagrato sono arrivate delegazioni da tutto il mondo. Creando, peraltro, qualche imbarazzo in Vaticano. Come la partecipazione, per lo Zimbabwe, del dittatore Robert Mugabe, accusato di violazioni dei diritti umani e irregolarità elettorali. Su di lui pesa il divieto di ingresso nel territorio dell'Unione Europea, ma i Patti Lateranensi obbligano lo Stato italiano a consentire il passaggio di chi abbia come destinazione la Santa Sede. Polemiche ha suscitato anche la gonna indossata dalla moglie del premier Matteo Renzi, Agnese, portata sopra il ginocchio. Il tutto è partito da un tweet di una giornalista di Famiglia Cristiana. «Per i #2papisanti c'era anche Renzi. La moglie con gonna sopra il ginocchio, ahiahiai!!!», ha scritto la giornalista, richiamando il rigido protocollo vaticano.
Siparietto anche per il conduttore di Porta a Porta, Bruno Vespa, salito sulla terrazza del Palazzo dove ha sede la Prefettura per gli Affari economici della Santa Sede, in piazza San Pietro, pur di assistere alla doppia canonizzazione. E tra gli 800mila fedeli c'erano anche il convertito Paolo Brosio e l'ex Miss Italia Cristina Chiabotto che è riuscita a dribblare la folla arrivando fino alla piazza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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