RomaIl conto alla rovescia verso le Regionali piemontesi del 25 maggio è scattato da tempo. Il centrodestra, però, fatica a uscire dal labirinto. E salvo ricuciture last-minute rischia concretamente di ritrovarsi con due o tre candidati, l'un contro l'altro armato.
Fratelli d'Italia e Ncd sono decisi a giocarsi la carta delle primarie, anche per creare un precedente da potersi spendere a livello nazionale. Per questo si apprestano a convocare gli elettori il prossimo 6 aprile. Forza Italia è contraria, sia per ragioni organizzative che di opportunità politica (a meno che Silvio Berlusconi in persona non dia un'indicazione in tal senso). In verità tre giorni fa Gilberto Pichetto Fratin, vicepresidente della Regione e probabile candidato azzurro, sembrava aver aperto uno spiraglio. «Se gli alleati le chiedono e se il mio presidente è d'accordo, le faremo». In realtà in quelle dichiarazioni mancava la postilla in cui puntualizzava che i tempi sono troppo stretti. Una telefonata con Denis Verdini e il successivo tavolo sul Piemonte con Altero Matteoli e Osvaldo Napoli hanno fatto emergere il quadro reale. Il partito è convinto che non si possa cedere al ricatto dei piccoli, tanto più in questa fase, a ridosso delle Europee.
Se Fratelli d'Italia e Ncd appaiono granitici sulle primarie, la Lega pure favorevole si attesta su una posizione più sfumata. In ogni caso martedì a Roma dovrebbe esserci una riunione convocata da Matteoli con Ncd, Fdi e Lega per provare a dipanare la matassa. Peraltro se Fratelli d'Italia ha da tempo puntato su Guido Crosetto, tra gli alfaniani non c'è unità sulla scelta.
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