Pierluigi Bersani: "Pronti a guidare il Paese"

Il leader Pd: "Per tagliare la strada ai riformisti si muoveranno forze antiche e nuove, o travestite di nuovo che si stanno già muovendo"

Pierluigi Bersani: "Pronti a guidare il Paese"

Sempre la solita minestra. Su sfondo rosso, con cravatta rossa, Pier Luigi Bersani conciona nella rossa Reggio Emilia. E' l'intervento finale della storica festa dell'Unità di Reggio Emila e il segretario del Pd ne approfitta per provare a dare la carica ai suoi. "Siamo pronti, noi del Pd, a governare? - si chiede Bersani -. Diremo al Paese che vogliamo prenderci le nostre responsabilità: farlo uscire da un destino di arretramento e farlo uscire con meno disuguaglianza, con più lavoro e con una democrazia funzionante e pulita". Ma la strada verso palazzo Chigi è piena di ostacoli e trabocchetti e il segretario avvisa i compagni: "Sarà un confronto aspro e incerto, quello dei prossimi mesi. Per tagliare la strada ai riformisti si muoveranno forze antiche e nuove, o travestite di nuovo che si stanno già muovendo, in realtà. Non passeranno. State certi che non passeranno. Ma ci vorranno tenuta, convinzione, grinta. E ci vorrà un’idea forte di cambiamento".

"Pensiamo di essere figli di un Dio minore, di non poter fare quello che gli altri fanno, cioè chiedere agli elettori di indicare maggioranze coerenti e univoche per governare? O pensiamo di essere figli di un Dio maggiore che devono proporre agli altri le nostre eccezionalità? Le elezioni tocca agli italiani decidere chi governerà". "Sempre che - ha concluso - Moody’s e Standard and Poor’s non ce le aboliscano le elezioni sostituendole magari con delle consultazioni tra banchieri".

Poi, sui tagli alla casta, scarica il barile: "Sul tema della sobrietà della politica, «quel che si è fatto fin qui, dall’abolizione dei vitalizi al dimezzamento del finanziamento ai partiti, lo si è fatto su proposta e iniziativa nostra.

Quel che non si è potuto fare e si dovrà fare, a cominciare dalla riduzione del numero dei parlamentari, non lo si è fatto perchè gli altri hanno ribaltato il tavolo. Questa è la verità". Sui gay: "Non c’è ragione perchè si neghi agli omosessuali italiani il diritto all’unione civile".

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