Era dai tempi di «Questa lega è una vergogna», mezzo grido di dolore e mezzo slogan politicamente corretto tratto da «O’ Scarrafone» che Pino Daniele non se la sentiva di «cantare» la politica. Al musicista è tornata la vena, il momento è delicato e, punzecchiato dalla platea, commenta il panorama a cuore aperto. A cominciare, appunto, dal Carroccio che a ben guardare non è più una vergogna come un tempo. «Non sono peggio di altri» annuncia sdoganando il movimento. Maroni e Calderoli possono esultare fino a un certo punto perché tanto «tutti i partiti in questo marasma istituzionale sono una vergogna. Oggi come oggi non saprei proprio per chi votare...». Poi è la volta di Roberto Saviano. Mentre ti aspetti la beatificazione in salsa partenope ecco il lucido affondo: «Se Saviano fosse pericoloso l’avrebbero fatto fuori da un pezzo. Sono cresciuto con la camorra e so bene che se uno dà fastidio lo eliminano alla svelta senza perdere tempo». Come dire, si tratta di un pesce piccolo, non ve ne siete ancora accorti?. È una questione di proporzioni, priorità. «Hanno ammazzato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - continua Daniele - perché erano vicini alla verità. Voi pensate che un Saviano pericoloso non l’avrebbero già ammazzato?
Non lo critico, anzi mi piace molto quando fa queste cose, fa conoscere, educa la gente.
Conoscendo meglio il male lo si cura meglio. Il male non si cura con il male. Il cancro si estirpa con l’educazione, l’informazione, la conoscenza. Mi piace che Saviano faccia lezioni civili. Ma è solo questione di mentalità...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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