Il plenum del Csm stoppa la promozione dell'ex pm Antonio Ingroia

Il via libera senza la valutazione le interviste rilasciate dall'ex magistrato. Ma l'organismo plenario ha rimandato indietro la pratica

Il plenum del Csm stoppa la promozione dell'ex pm Antonio Ingroia

Sembrava cosa fatta. La Quarta commissione del Csm, pur bacchettandolo per le sue esternazioni extragiudiziarie sui giornali, aveva detto «sì» alll'avanzamento in carriera. Il che, tradotto, avrebbe significato, in prospettiva, pensione e liquidazione più alta. Ma a stoppare la promozione di Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo, ora leader di Azione civile e commissario straordinario della Provincia di Trapani nominato da Rosario Crocetta, ci ha pensato il plenum del Csm: che ha detto no alla promozione, rispedendo indietro la pratica relativa all'ex pm per difetto di motivazione.
Un colpo, per Ingroia. L'ennesimo di un rapporto finito in modo conflittuale con gli organismi in toga. Formalmente la pratica è stata respinta per difetto di motivazione. La Quarta commissione, infatti, aveva detto sì alla promozione - il riconoscimento del raggiungimento della VI fascia professionale nel quadriennio 2007-2011, periodo in cui Ingroia era procuratore aggiunto a Palermo - perché, pur riconoscendo che alcuni comportamenti dell'ex pm erano stati «irriguardosi» e pure piuttosto gravi, aveva ritenuto che la valutazione dovesse limitarsi solo al periodo preso in esame, Le esternazioni, infatti, soprattutto attraverso interviste, erano successive, e relative al 2013, periodo in cui Ingroia già faceva politica. Una motivazione che però non ha convinto il plenum. A sollevare perplessità è stato il consigliere Paolo Carfì (togato di Area, il cartello delle correnti di sinistra delle toghe), che ha chiesto e ottenuto il ritorno in Commissione della proposta. A non convincere Carfì, proprio l'affermazione (sulla base di una circolare del Csm) che non si possa mai tenere conto, nelle valutazioni sulla loro professionalità,dei comportamenti dei magistrati che esulano dall'esercizio delle loro funzioni, come per esempio le interviste. Secondo Carfì, la formulazione scelta dalla Quarta commissione è «troppo drastica». E i colleghi gli hanno dato ragione, accogliendo la richiesta di restituire la pratica alla Commissione. I voti favorevoli al rinvio sono stati 18 (hanno votato sì anche il vice presidente Michele Vietti e i vertici della Cassazione; contrari i togati di Magistratura Indipendente) Si è astenuto, tra gli altri, il relatore Mario Sciacca Unicost, che ha bacchettato l'ex pm per la sua ennesima esternazione.

A commento delle critiche della Quarta commissione alle sue interviste, infatti, Ingroia aveva affermato: «Il Csm è indietro di qualche anno sulla libertà di pensiero». «Su questo terreno - ha detto Sciacca - non accettiamo lezioni da Ingroia».

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