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Pollice in su per Silvio Berlusconi: "Sta bene"

Il gesto del figlio Luigi all’uscita dell’ospedale. La visita dei familiari e di Confalonieri

Pollice in su per Silvio Berlusconi: "Sta bene"

In assenza di bollettini o dichiarazioni dei medici, ci si aggrappa ad ogni gesto, ad ogni espressione, ad ogni parola. Ieri è stato il figlio minore di Silvio Berlusconi, Luigi, a ripetere quel segno del pollice all’insù che già nei giorni scorsi lui e il fratello Piersilvio avevano usato per dare buone notizie. Lasciando in auto il San Raffaele nel primo pomeriggio, dopo circa 2 ore di visita nella terapia intensiva dell’ospedale dove il leader di Forza Italia è ricoverato da mercoledì, Luigi ha assicurato ai giornalisti, dietro al finestrino: «Sta bene, sta bene».

Poco dopo è la primogenita Marina ad arrivare all’ospedale milanese, ma la presidente di Mondadori e Fininvest non si ferma con la stampa. Come fanno suo fratello Piersilvio, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, il fratello di Silvio Paolo Berlusconi, dopo la loro visita quotidiana. Arriva in visita la figlia Eleonora. E anche Orazio Fascina, il padre della compagna di Berlusconi e deputata azzurra Marta, torna al San Raffaele per avere notizie, come pare faccia quotidianamente. Lei è arrivata in auto con Silvio il 30 e da allora non è mai stata vista uscire dall’ospedale.

Proprio la mancanza di comunicazioni sull’illustre paziente conferma che anche questa notte è passata tranquilla, proseguono le cure per la leucemia cronica e per la polmonite che stanno ottenendo i risultati sperati e quindi che un progressivo miglioramento giustifica nei medici il «cauto ottimismo» di cui si parla nel secondo bollettino. Che l’umore del Cavaliere sia alto e che lui si senta bene lo testimoniano tutti quelli che lo hanno visitato o sentito al telefono. Il Corriere della Sera ha voluto strafare, scrivendo che Berlusconi si era addirittura alzato dal letto e il professor Alberto Zangrillo, primario della terapia intensiva e medico di fiducia dell’ex premier, lunedì ha vivacemente rimesso tutti a posto.

«Smentisco nella maniera più assoluta - ha scandito, seccato -, sono falsità, minchiate. Se un paziente è in terapia intensiva cardiochirurgica vuol dire che non deambula, se no non starebbe lì, se cammina ve lo porto. Noi siamo persone serie, tutto ha un limite. Su questo caso c’è un’attenzione morbosa, ma bisogna attenersi a quanto comunicato da me e dal professor Ciceri (l’ematologo, ndr) nei bollettini medici».
Fuori al San Raffaele, ogni giorno arrivano fan folcloristici: ieri è stata la volta di un tale che dice di essere tornato da un’isola greca apposta e ha esposto lo striscione «Forza Silvio da Sasà di Re Mykonos». Al lato dell’attesa, ci sono i retroscenisti scatenati su Fi e possibili scissioni, delfini, successioni, correnti, partiti unici con FdI o con la Lega. Gli azzurri respingono ogni illazione.

Per il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, «non ci sono correnti, non ci sono “trasmigrazioni”, non c’è alcuna “opa”». «Le parole del professor Zangrillo sulla efficacia delle terapie ci rincuorano - spiega - Non ho mai visto Silvio Berlusconi fare un “passo di lato” rispetto al proprio impegno per il Paese e sono certo che non accadrà neppure quando sarà finalmente dimesso dall’ospedale. Berlusconi tornerà come prima ad occuparsi della vita dell’Italia, nell’interesse di tutti. Forza Italia ha un solo leader, un unico punto di riferimento, che è e non può che essere Berlusconi. Non ci sono correnti, non ci sono “trasmigrazioni”, non c’è alcuna “opa”. Noi siamo “con” e “per” il nostro Presidente».

E il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli: «Divisioni nel partito non ne vedo», assicura. «L’allenatore si chiama Berlusconi - spiega - lui sceglie i giocatori che ritiene i migliori e i più allenati da far scendere in campo». Barelli ha sentito la presidente del Consiglio Meloni. «Giorgia sa perfettamente che il centrodestra di governo in Italia è nato dall’intuizione di Berlusconi e per questo ritiene fondamentale l’apporto che Forza Italia deve dare al governo».

«Quindi - ribadisce l’azzurro - massima convergenza con il premier e rinnovata sincera collaborazione».

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