La Corte dei Conti ha reso note le motivazioni principali della bocciatura del Ponte sullo stretto. Si tratta in sintesi: della violazione dell'habitat naturale, di modifiche contrattuali e mancato parere dell'Art sul piano tariffario. Nel dettaglio, i giudici contabili contestano la violazione di una direttiva europea, la numero 92/43/CE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, a causa della carenza di istruttoria e di motivazione della cosiddetta delibera "Iropi", la violazione dell'art. 72 della direttiva 2014/24/UE, in considerazione delle modificazioni sostanziali, oggettive e soggettive, intervenute nell'originario rapporto contrattuale, la violazione degli artt. 43 e 37 del decreto-legge n. 201/2011, con la mancata acquisizione del parere dell'Autorità di regolazione dei trasporti in relazione al piano tariffario posto a fondamento del piano economico e finanziario. "Con la medesima delibera sono state, altresì, formulate osservazioni relative a ulteriori profili confermati all'esito dell'adunanza, ma ritenuti non decisivi ai fini delle valutazioni finali", si legge nella nota della Corte dei conti.
A stretto giro, è arrivata la replica di Palazzo Chigi che ha fatto sapere che le motivazioni saranno oggetto di "attento approfondimento".
Il governo si dice "convinto che si tratti di profili con un ampio margine di chiarimento davanti alla stessa Corte, in un confronto che intende essere costruttivo e teso a garantire all'Italia un'infrastruttura strategica attesa da decenni".