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Portaborse denuncia alle Iene: "Senatori pagati dalle lobby"

Nelle scorse legislature un gruppo di senatori sarebbe stato pagato per modificare disegni di legge in discussione. Grasso: "Subito una legge che regoli le lobby"

Portaborse denuncia alle Iene: "Senatori pagati dalle lobby"

"Senatori e onorevoli a libro paga di alcune multinazionali, le cosiddette lobbies". A denunciarlo è un assistente parlamentare di Palazzo Madama, intervistato dalle Iene e andato in onda nella puntata di ieri sera. "Chi sa qualcosa farebbe bene a denunciare questi comportamenti gravissimi", ha commentato il presidente del Senato Pietro Grasso promettendo di adoperarsi per "fornire agli inquirenti nel più breve tempo tutte le informazioni che riterranno utili alle indagini".

"Ci sono le multinazionali - racconta l'assistente che ha chiesto alla redazione di rimanere anonimo - che ogni mese per mezzo di un loro rappresentante fanno il giro dei palazzi, sia al Senato che Camera: incontrano noi assistenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori e onorevoli". Secondo la fonte anonima, l'obiettivo sarebbe è far sì che, "quando ci sono degli emendamenti da votare, i senatori e gli onorevoli li votino a favore della categoria che paga". Operazioni che prevedono una sorta di tariffario: "Per quel che mi riguarda, conosco due multinazionali, una del settore dei tabacchi e un’altra nel settore dei video giochi e delle slot machine - racconta sempre la medesima fonte - ed entrambe elargiscono una 1.000 euro e un’altra 2.000 euro ogni mese". La tariffa cambierebbe a seconda dell’importanza del senatore. Nel caso in cui sia molto influente, la cifra potrebbe quindi lievitare fino a 5mila euro. Per quanto riguarda poi le sale Bingo, l'assistente parlamentare di Palazzo Madama ha denunciato che si sarebbero formati due gruppi, "partecipati sia da uomini del centro sinistra che da uomini del centro destra". Un gruppo farebbe capo a due ex ministri, "entrambi del centrosinistra".

Oggi Grasso si è subito attivato per fare maggiore chiarezza sulla denuncia lanciata ieri sera dalle Iene. Denuncia che getta un'ombra inquietante sull'Aula di Palazzo Madama. Il presidente del Senato punta il dito contro quei senatori che, nelle scorse legislature, sarebbero stati pagati per modificare disegni di legge in discussione: "Se provato questo comportamento sarebbe gravissimo". Purtroppo la natura della denuncia, anonima nella fonte e nei destinatari, rende difficile procedere all’accertamento della verità. Grasso spera, tuttavia, che "gli autori del servizio e il cittadino informato di fatti così gravi provvedano senza indugio a fare una regolare denuncia alla Procura, in modo da poter accertare natura e gravità dei fatti contestati". Da parte sua la seconda carica dello Stato è fermamente intenzionato a adoperarsi per "fornire agli inquirenti nel più breve tempo tutte le informazioni che riterranno utili alle indagini". Nei giorni scorsi, proprio Grasso aveva evidenziato l’esigenza di varare una legge che disciplini, in maniera chiara e trasparente, l’attività lobbistica.

La pdl Laura Ravetto ha spiegato che andrebbe depositata una proposta di legge volta a regolamentare i rapporti tra i parlamentari e le lobby: "Andrebbe valutato l’inserimento anche nel nostro ordinamento di un albo dei lobbisti, operanti sul territorio".

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