diCaro direttore, finalmente si sono accorti che la nostra legislazione in materia di diffamazione a mezzo stampa non è degna di un Paese civile. Dirò di più: non è stata finora contemplata neppure in Ucraina. Solo adesso la si vuole prevedere. E così lunedì scorso a Kiev i giornalisti davanti al Parlamento hanno inscenato una protesta. Per denunciare una censura ritenuta intollerabile si sono portati alla bocca dei fogli bianchi. Oltre alla plebiscitaria solidarietà che ti è stata espressa, non sono mancate le voci autorevoli che hanno messo il dito su questa piaga purulenta. Così Carlo Federico Grosso (La Stampa, 27 settembre) ha osservato che «la condanna alla pena detentiva, di per sé poco accettabile nei confronti dei giornalisti che hanno redatto l'articolo incriminato, diventa d'altronde addirittura abnorme con riferimento al direttore del giornale». E Angelo Panebianco (Corriere della Sera, 4 ottobre) ha definito inquietanti certi aspetti della nostra legislazione in tema di libertà d'informazione per lo scollamento tra i princìpi costituzionali e la normativa legislativa.
Una legge come quella in via di formazione, generale e astratta come tutte le leggi, ti eviterebbe il carcere, caro direttore. Ma forse c'è una soluzione ancora migliore. Non è un mistero che Giorgio Napolitano stia seguendo il tuo caso passo passo. Come a tutti noi, anche a lui non sarà sfuggito l'enorme divario tra il verdetto di primo grado e quello di appello confermato dalla Cassazione. Attento com'è ai precedenti, ha ben presente che in un caso per qualche verso analogo nel 2005 Ciampi concesse la grazia al giornalista Lino Jannuzzi. Con questa differenza: che allora l'atto di clemenza era la risultante della concorde volontà del capo dello Stato e del ministro della Giustizia, mentre ora è un atto formalmente e sostanzialmente presidenziale. Difatti la Corte costituzionale con la sentenza 200 del 2006 ha risolto il conflitto di attribuzione sollevato dal presidente Ciampi nei confronti del guardasigilli Castelli riconoscendo al Quirinale un potere assoluto di grazia. Con il risultato che la controfirma ministeriale è un atto in pratica dovuto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.