Atterrato a San Pietroburgo per il G20, Enrico Letta professa ottimismo davanti ad una tv russa. Il calendario (gregoriano e parlamentare) è dalla sua parte. Così, spiega che «i quattro mesi di lavoro che ci siamo lasciati alle spalle dimostrano che la maggioranza, questa maggioranza, può lavorare insieme e che sia molto importante lavorare insieme per l'Italia e gli italiani». Per queste ragioni, aggiunge, «sono ottimista ed ho il dovere ad essere determinato».
E Berlusconi? Risposta lapidaria: «È uno dei leader di partito che sostengono il mio governo», sottolinea. Il premier deve aver fatto di conto durante il volo verso San Pietroburgo. Ed ottenuto la conferma che, qualora la Giunta per le elezioni dovesse arrivare ad un voto sulla decadenza del Cavaliere, questo non arriverà prima di fine mese. Quindi, solo in quel momento il Pdl potrebbe - a fronte di voto negativo - ritirare la propria delegazione al governo.
Prima di quel momento, però, il governo avrà presentato il primo di una lunga serie di documenti di contabilità pubblica che dimostreranno - secondo il ministero dell'Economia - che la ripresa è già iniziata. Secondo le bozze della prima di quelle relazioni, già nel quarto trimestre il Pil dovrebbe iniziare a salire (nella sostanza, già ora il Pil sarebbe in fase di crescita). Almeno queste sono le stime di Via Venti settembre. Stime che Palazzo Chigi conta di utilizzare in chiave politica per disinnescare le prevedibili tensioni.
A ridosso del voto della Giunta sulla decadenza di Berlusconi, la maggioranza entrerà in fibrillazione. E se il Pdl dovesse ritirare la propria delegazione al governo, Letta potrebbe benissimo andare in Parlamento, illustrare il quadro macroeconomico (meno brutto del passato), e cercare voti di senatori «responsabili» così da creare le premesse per un Letta-bis. Non a caso, ad un giornale messicano il premier conferma che il suo governo ha una scadenza temporale di 18 mesi: «Le turbolenze non mi distraggono», assicura.
Il governo - dice la legge - deve presentare la legge di Stabilità alle Camere entro il 15 ottobre: due settimane dopo il voto della Giunta di fine settembre. Ma nulla vieta di anticiparla. La legge di Stabilità - secondo le strategie che circolano a Palazzo Chigi - dovrebbe avere la stessa funzione delle Olimpiadi nell'antichità: il blocco di ogni ostilità. Il problema, per il premier, è arrivare a quell'appuntamento. Renato Brunetta lamenta che solo 7 miliardi dei 20 previsti sono stati realmente pagati dei debiti delle pubbliche amministrazioni. E pensare che una parte della copertura dell'Imu viene proprio dall'accelerazione dei rimborsi della Pa.
Insomma, è come se il capogruppo del Pdl iniziasse ad affilare le lance in vista dell'elaborazione della legge di Stabilità che dovrebbe comportare una manovra da almeno 4 miliardi per quest'anno e di altri 7/8 (oltre ai 4 del 2013) per il 2014. Enrico Letta, forse con lo schema mentale già proiettato verso un «bis», sposa in pieno l'accordo Confindustria-sindacati (criticato proprio da Brunetta). E sottolinea che il 2014 sarà l'anno che segnerà la riduzione del costo del lavoro. «La disoccupazione in Italia è troppo alta. Vogliamo creare politiche che facciano in modo che il lavoro torni a essere prioritario».
Ed a proposito dei temi strettamente del G20 il premier Letta ricorda che l'Italia è contraria ad ogni intervento in Siria senza il via libera delle Nazioni unite ed auspica piuttosto il passaggio «dall'attuale regime ad un regime transitorio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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