Il premier tace ma scopre di avere tanti portavoce

Dal ministro Riccardi al presidente Acli Olivero, tutti parlano a nome suo

Il premier tace ma scopre di avere tanti portavoce

RomaDa tredici giorni in cui, dopo la sfiducia tecnica al governo, il premier è al centro di un vortice di ipotesi (Monti ancora a Palazzo Chigi, Monti al Quirinale, Monti col Pd, Monti contro il Pd, Monti col Ppe, Monti con Casini, Monti con la sua lista, eccetera) il premier Monti ha risposto solo due volte a domande sulle sue prossime mosse. La prima, sibillina, al foyer della Scala: «Il Re Sole si è un po' allontanato da me». La seconda ed ultima, ancora più sobria, dopo l'incontro decisivo con Napolitano: «Buon Natale». Basta, silenzio, promesse di discorsi chiarificatori, per ora nient'altro. Abituati a premier ciarlieri, l'effetto è surreale, aumentato da un effetto secondario, cioè che, se Monti non parla, si moltiplicano i ventriloqui che parlano per lui, con o senza titolo per farsi portavoce del premier.
Tutti si chiedono cosa farà Monti, ma Monti non risponde, lo fa per lui Andrea Riccardi, assurto a portavoce di fatto del premier silente: «Monti parlerà al Paese - ha annunciato il ministro, restando però sul vago - non darà una battuta, ma farà un discorso argomentato. Avremo un discorso in cui spiegherà i motivi della sua scelta».
In assenza di segnali da Monti, anche Andrea Olivero, presidente della Acli, si è fatto portavoce delle prossime mosse montiane, spiegando che «il premier che non si tirerà fuori», perché «il contributo e l'impegno fattivo di Monti in questa fase è decisivo per segnare una svolta ed entrare nella Terza Repubblica». Riccardi e Olivero sono due nomi sicuri della «lista Monti», o del nuovo centro montiano, ancora in fase di (complicata) progettazione. Ci sono già, oltre ai portavoce di Monti, gli inclusi e gli esclusi, che però vogliono entrarci. Tra questi Gianfranco Fini, che ha avuto un botta e risposta proprio con Olivero, e proprio sulla più corretta interpretazione dei misteriosi progetti di Monti. Il presidente delle Acli ha spiegato che ci sarà «sicuramente» una lista Monti. E che sicuramente sarà affiancata all'Udc. «Quanto a Fli - ha però aggiunto - ne parleremo insieme. Con tutto il rispetto per il presidente Fini, apparteniamo a culture politiche diverse, credo che sia difficile una convergenza». Fini gli ha risposto subito con un tweet («Il signor Olivero, di cui ricambio la stima, capirà presto che la realtà sarà diversa da come egli la immagina») per fargli capire che, dei propositi di Monti, ne sa più lui, dunque portavoce più titolato del portavoce montiano Olivero.
Anche Montezemolo ha fatto capire di saper leggere nella sfera di cristallo di Monti. Insieme all'endorsement per un Monti-bis, dopo un anno di rinvii, il presidente di Italia futura ha spiegato che «Monti farà quello che è più opportuno per lui e per il Paese e se riterrà di essere con noi, nei modi più opportuni, non ci tireremo da parte».
Anche i montezemoliani stilano liste di nomi, dentro e fuori, per il partito di Monti, e anche lì tra gli esclusi ci sarebbe Fini. Che però lavora insieme a Casini, uno dei massimi sponsor (e quando occorre portavoce) del premier, per una lista Monti.

Quando il Pdl ha candidato Monti come «federatore dei moderati» sostenuto dal centrodestra, Casini ha risposto in sua vece: «Non credo che Monti sarà disponibile alle giravolte a cui ci ha abituato Berlusconi». E anche il leader Udc mette insieme nomi per la lista di Monti. Ancora senza leader, ma piena di portavoce.

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