La privacy è sacra, ma solo quella dei politici

La notizia del ricatto a Silvio Sircana viene trasformata in un "agguato" del Giornale alla politica. Intanto la legge sulle intercettazioni intanto giace in parlamento, il ministro Amato fa autocritica: "Sbagliato far cadere quel ddl". Intanto il paparazzo fa marcia indietro: "Scherzavo"

La privacy è sacra, ma solo quella dei politici

Roma - È una giornata ad altissima tensione quella vissuta dai vertici e dallo staff di Palazzo Chigi, dopo la pubblicazione delle intercettazioni che documentano il caso del portavoce unico del governo, Silvio Sircana, oggetto di un tentativo di estorsione per alcune foto scattate da un fotografo su una strada frequentata da trans.
L’eco della notizia si diffonde fin dal primo mattino. Il ciclone di Vallettopoli scuote le stanze romane. E l’inchiesta diventa subito un caso politico. Nelle prime ore della giornata, però, la presidenza del Consiglio percorre la via del silenzio. Una scelta probabilmente scaturita dalla volontà dello stesso Sircana, d’intesa con il Professore, di non agitare acque che inevitabilmente si sarebbero agitate da sole. A rompere il ghiaccio ci pensa, però, la Velina Rossa di Pasquale Laurito che, senza mezzi termini, chiede le dimissioni del portavoce. Un’uscita che costringe gli «ambienti» del ministero degli Esteri a precisare che quanto scritto da Velina Rossa «non può essere assolutamente associato alle posizioni di D’Alema».
In agenzia iniziano a crepitare i lanci di solidarietà verso il parlamentare. Ma mentre le dichiarazioni si susseguono, lo stesso Sircana, sollecitato dai medici di Palazzo Chigi, si reca al Policlinico Gemelli per alcuni accertamenti clinici conseguenti a una colica addominale che lo costringe a rinunciare al vertice italo-russo di Bari. Un malessere che non desta preoccupazioni visto che i medici fanno sapere che «la situazione è acuta ma circoscritta» e che già nella giornata di oggi il portavoce potrà tornare al suo posto di lavoro. Contemporaneamente iniziano a circolare voci sulle possibili dimissioni del portavoce. E c’è anche chi ricorda il caso di Fabrizio Rondolino e il suo abbandono dell’incarico da consigliere per la comunicazione di Massimo D’Alema a causa della pubblicazione di un romanzo dai toni fortemente erotici. Queste illazioni vengono, però, subito stoppate da fonti governative. «È una notizia totalmente infondata - dicono da palazzo Chigi - siamo stupefatti che si cerchi di aggiungere fango a fango».

Nel tardo pomeriggio le manifestazioni di stima verso Sircana si moltiplicano dalle parti di Palazzo Chigi. Romano Prodi si dice «vicino a Silvio con il mio affetto e la mia stima». «La sua persona esce ulteriormente rafforzata dopo questo attacco di cui è stato vittima, attacco indegno di un Paese serio» prosegue il presidente del Consiglio. «Mi auguro che lo sdegno che accomuna oggi la gran parte degli italiani possa tradursi da domani in comportamenti più degni di una società civile».
Un’attestazione di solidarietà arriva anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Micheli. «Conosco Silvio Sircana da quasi venti anni. Professionalmente ma, soprattutto, umanamente, è una delle persone più oneste e per bene che io abbia incontrato non solo da quando sono in politica ma anche nella mia vita professionale» fa notare Micheli. «Silvio - aggiunge - ha infatti lavorato con me anche all’Iri durante la mia direzione generale. C’è una sola cosa da dire: c’è bisogno di lui e spero che già domani ricominci a caracollare lungo il corridoio di Palazzo Chigi con il telefono attaccato all’orecchio».

Ma c’è un altro fronte caldo, quello delle possibili contromosse politiche contro l’abuso di intercettazioni, su cui interviene il ministro della Giustizia, Clemente Mastella. «Le vittime di una gogna mediatica che si è ripetuta più volte in questi giorni non possono che farmi ribadire come questa non sia giustizia. Una giustizia dove ricattati e ricattatori appaiono comunque sullo stesso piano non è la mia» dice il Guardasigilli. Il ministro, a questo punto, invita il Parlamento ad approvare in fretta il ddl sulle intercettazioni «fermo alla Camera» ed esprimendo solidarietà al portavoce del governo Silvio Sircana, giudica «insoddisfacenti» i passi fatti per evitare che «chi è vittima di un reato debba poi subire anche la gogna mediatica».

Mastella esprime solidarietà anche a Silvio Berlusconi «che è stato colpito come padre» dalle intercettazioni relative all’inchiesta su Fabrizio Corona. E poi conclude con un auspicio: «Io voglio una giustizia mite, esemplare nel dare pene, ma al tempo stesso che guardi all’uomo perché l’uomo va rispettato nella sua umanità».

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